30 novembre 2012

fatto

Ho preso appuntamento dallo specialista di PMA.
L' ho fatto. Basta.
Basta al mio ginecologo, buon uomo per carità, ma non posso più farcela con i suoi "abbia pazienza", "vedrà che prima o poi succederà", "lei è ancora così giovane e poi lei un figlio c'è l ha già".
Basta a questa sensazione di impotenza che mi pervade, che mi assilla, che mi accompagna.
Devo fare qualcosa, sapere che ci sto provando davvero. Perchè solo sapere che ho scelto di agire mi fa stare già meglio. Perchè di fronte a questa cosa sono impotente ma ho bisogno di sentirmi attiva.
Voglio riappropriarmi della speranza che possa succedere. Quella speranza che alla lunga, nella continua ricerca, si indebolisce. Voglio trovare questo bambino. Il nostro bambino. Il suo fratellino.
Ho deciso che è ora di prendere le cose di petto questa cosa, va affrontata e trovata una via...

Lo devo a me perché anche se ti dicono "non ci pensare" è una sensazione che pervade ogni tuo gesto che riempie ogni tua parola che ti impedisce di vivere pienamente il resto,  tutto quel mondo meraviglioso che hai già. Tutto l'amore che già provi, tutti i progetti di futuro.
E quindi lo devo a noi come coppia, al mio pagliaccetto come figlio.
Perché si merita una mamma coraggiosa. Che ci prova davvero.

Un primo passo e stato fatto. Vado da chi ha delle risposte spero anche la mia. La nostra.
Perché siamo in due e non devo dimenticarlo. Perché inizierà un periodo difficile che ci metterà ancora più alla prova. Ma oltre ai problemi, alle litigate, alle incomprensioni c'è tanto. Siamo ancora noi e a volte fa bene toccare il fondo, perchè dopo si può solo che risalire.
C'è tanto e sta prima a me riconoscerlo diventando più accogliente più comprensiva più amorevole. Più presente. Se aspetti che le cose accadano da sole spesso non ottieni nulla. E allora andiamo a prenderci il nostro futuro perché i figli ci riescono bene e soprattutto perché è Lui.

E così iniziamo un percorso. Che ho sempre temuto tanto, che speravo non dovesse essere. Ma lo affronto con con uno spirito nuovo. Per farcela.
Molto lo devo a voi, in particolare a Nina, a Raffaella, a SuPeRaNa, a Fioly, a Lucy ma anche a tante altre, che avete condiviso con chi ne aveva bisogno. Alla vostra forza, alla vostra energia, alla vostra fiducia e alle vostre conquiste. Perché può essere possibile. Perché la vita è incredibile e non voglio negarci nulla.
Perché ho imparato tanto, mi sono commossa ed emozionata e ho capito che non sono sola.
E vi assicuro è una sensazione bellissima.

Voglio sentirmi così. Libera e felice.

28 novembre 2012

Figli, punto.

Da oggi c'è una nuova legge. Ed è una cosa molto buona anche se, come sempre in questo paese, arriva in ritardo. Ma come si dice?! Meglio tardi che mai.

Su Repubblica.it potete leggere questo.
Da oggi i figli sono figli. Punto e basta. Che siano di coppie sposate o no.
Prima i figli legittimi erano solo quelli i cui genitori erano marito e moglie.
I figli naturali erano quelli degli altri.
Mio figlio è nato naturale ed è diventato legittimo a un anno e poco più.
Ho sempre pensato che fosse una distinzione idiota. Che differenza dovrebbe fare per i figli?
Magari un giorno farò un post dedicato ad una legge che valga anche per i figli di coppie omosessuali. Sarebbe un gran giorno. Figli, punto.
Perchè fino a ieri, se succedeva qualcosa ai non coniugi, i figli sarebbero entrati nel circuito adozione. Adesso invece sono riconosciuti i naturali rapporti di parentela e quindi sono i figli stessi che ne guadagnano perchè sono legalmente riconosciuti non più solo come figli ma anche come nipoti.

Non ho mai creduto molto nel matrimonio. Continuo a non ritenerlo così importante anche da sposata. Non dico che non lo sia, ma ci sono altre cose che legano due persone e voglio credere che l'impegno verso l'altro ci sia anche senza una firma. Perchè ci vuole fiducia.
Uno dei due motivi per cui mi sono sposata è stato proprio per mio figlio. Perchè avevo bisogno di sapere che mio figlio era tutelato, perchè non volevo fosse di serie B. Perchè la schifezza sta proprio qui.  Nel differenziare invece che nel sostenere. Perchè c'erano e ci sono ancora figli di serie A e figli di serie B. Ma non basta coscienza morale per non fare questa distinzione ci vogliono anche le leggi.
L'altro motivo è perchè non mi sarei vista sposata con nessun altro.

Lui mi chiese di sposarlo quasi per gioco davanti a un cheeseburger californiano untissimo. Non era programmato, gli è uscito così.
Da quella vacanza siamo tornati in tre. Ovviamente non lo sapevamo. Io ero quella che non poteva avere figli, non ci stavamo neanche pensando. I progetti di matrimonio sono quindi scivolati nel dimenticatoio, stavamo per avere un bambino, mi sembrava una cosa molto più importante.
Così al compimento dell'anno del pupo ci siamo concessi un week end da soli, abbiamo preso un aereo, abbiamo dormito, abbiamo gironzolato, ci siamo divertiti e davanti a un birra (forse non proprio la prima) abbiamo deciso di sposarci. E così lo abbiamo fatto tre mesi dopo.
Più come veniva che seguendo il manuale del matrimonio da favola. Io ho comprato un vestitino corto e lui il suo primo vero abito. Abbiamo anche vestito il figlio (ancora solo naturale) per la sua iniziazione a figlio legittimo. Eravamo una trentina ed è stato tutto molto naturale.

L'importante te lo dicono quando ti sposi e invece andrebbe detto quando diventi semplicemente (si fa per dire) genitore:
ARTICOLO 147 DEL CODICE CIVILE: - DOVERI VERSO I FIGLI
Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli.

Che sia un piccola piccolissima luce in fondo al tunnel? Che questa legge anche se finisce dietro a tutti i battibecchi delle primarie è importante che sia passata? Qualcosa può davvero cambiare? In termini sociali per una volta, umani e non finanziari? Oggi mi va di pensare che possa essere così. Che sia un bel segno.
Anche se fuori piove.




27 novembre 2012

it-blogger cercasi

La mitica Pret-à-maman conosciuta tramite Vale (vedi la Rete) mi ha fatto scoprire l'iniziativa di Grazia.it il cui succo è CERCASI IT-BLOGGER.
Uao è il primo pensiero.
Cos'è un it-blogger?! è il secondo pensiero.

Ed infatti ecco perchè non potrei mai essere la it-blogger perfetta (pensieri successivi):

1. Perfetta?!
Anche no mi viene da dire alcuni giorni.
Altri giorni, magari.

2. Perchè Grazia.it ha basato tutto sul suo nome: Grazia.
La grazia sta tanto a me quanto ad un elefante che inciampa sulla sua broboscide.
Sono quella che urta qualsiasi cosa, il caro maritino ha anche coniato un termine per questo tipo di circonstanze facendo onore al mio nome: le Ceciliate.
La mia quotidianità prevede che io sia una di quelle che, quando va in giro, da una parte deve tenere il figlio, dall'altra la borsa, il sacchetto del pane, lo zainetto dell'asilo, il latte, le chiavi di casa, metterle in borsa vorrebbe dire perderle, e molto spesso la macchina fotografica, non si sa mai se c'è qualcosa da immortalare. Di solito poi mi suona il telefono.
Ecco, per chi mi vede non sono molto aggraziata. Nè tanto meno graziosa.
Se poi il figlio sta facendo anche i capricci meglio non salutarmi.
Ovviamente in tutto ciò non ho propriamente una mise adatta. Diciamo poco da Grazia.

3. Inoltre si richiede di linkare il canale che si segue di più. Ovviamente io non ce l'ho. Passo molto più tempo a leggere blog personali e quindi su grazia.it ci sono sempre capitata di rimbalzo... Però sono furbi, perchè con questa scusa mi sono fatta un bel giro tra le loro pagine. Per prima ovviamente quella dedicata al sesso (del resto del Cioè facevo sempre i test del tipo che baciatore sei ).

L'idea dell' IT - manifesto è buona ed è sempre lei: in sintesi chi ha qualcosa da dire lo può scrivere.
Io amo la democrazia della Rete. Davvero.
"[...] Tutti connessi gli uni agli altri attraverso la rete - che allarga i confini e amplifica il messaggio"

Quindi anche se non ho nulla della it-blogger perfetta partecipo perchè non mi costa nulla, magari la Rete mi farà conoscere altro ancora e poi c'è una piccola parte di me, quella di dieci anni fa sex&thecity dipendente, che mi dice (neanche troppo educatamente) fallo.

In ogni caso voterò per Norma perchè secondo me lei è una vera it-blogger.



my fashion friends




occhiaie e occhiali in vendita separatamente























.



p.s. non c'entra ma grazie a tutti per gli auguri di compleanno!!


26 novembre 2012

have it all

Invecchiare non è per niente male.
Per lo meno finchè si festeggia.



Ho avuto tutto.

La mia cena romantica nel nostro ristorante, quello che ci ha visti innamorartissimi tante e tante volte, la festa con gli amici e le risate fino alle lacrime, il cinema (ho trascinato il Grande Lui a vedere il film di questo ma che delusione!), i tacchi ben due volte anche se per poco, l'arrivo in anticipo di Babbo Natale e l'invasione pacifica dei parenti, di cui comunque potevo fare anche a meno...

grazie Babbo Natale :)

Ho mangiato tantissimo, mi sono riposata (ma non certo come a vent'anni) e mi sono fatta coccolare.
Tanto.



nebbia fuori, capanna dentro


Adesso per un pò non posso più rompere.
Uffa.


23 novembre 2012

perle di futura saggezza

Seduti davanti al nostro panificio di fiducia mangiando la nostra focaccia di fiducia:

"mamma, quando io e te salemo diventati glandi facciamo i panettieli?"

Il Piccolo Lui vince il premio per il miglior regalo di compleanno di sempre.

21 novembre 2012

guastafeste

Ecco. la fregatura.

premessa: venerdì è il mio compleanno (la fregatura non è data dal fatto che invecchio).

L'unica cosa che volevo davvero era passare una serata di coppia. Senza figlio solo io e lui. Insomma con i tempi che corrono tra noi ci contavo proprio. Il figlio veniva piazzato dalla suocera. Dovete sapere che è un evento. Molto più importante dei miei primi trent'anni: la suocera non ha mai tenuto una sola sera il pargolo in tre anni e mezzo. Mi sono perfino comprata un paio di scarpe con il tacco (ripeto tacco) per l'occasione anche se sapevo che il fatto che la nonna avesse acconsentito ad occuparsene avrebbe fatto nevicare di brutto.
Sono così degenere a voler festeggiare il mio compleanno senza mio figlio? Siccome mi risulta che non abbia ancora la capacità di tenere un'agenda e di conseguenza penso che con lui si possa festeggiare anche il giorno dopo, che dalla nonna sta bene e che si diverte con la cuginetta, la mia risposta è NO.
Bene volevo una serata speciale, ma allo stesso tempo semplice. Perchè mi sarebbe bastata una cena e un cinema, un classico, sicuramente non speciale per molti ma per noi che non lo facciamo MAI sarebbe stato l'evento dell'anno.
Per di più c'è un altro aperitivo jazz proprio quella sera e me lo sarei potuto godere in pieno. Cose da grandi vissute da grandi. Libidine. Sarei stata buona e poco lamentosa per mesi. Perchè me lo sarei goduto.
Io avevo espresso il desiderio che fosse lui a pensare a cosa fare, come in un appuntamento, di quelli di cui si ha un vago ricordo.
Quindi potete capire che, quando ieri sera torna a casa e mi comunica che ha detto a sua madre che non serve che ci tenga il Piccolo Lui, che ha pensato che sarebbe stato bello fare qualcosa noi tre, "se vuoi andiamo al ristorante tutti insieme", sono diventata un pochino una iena.
Succo dei miei pensieri: ecco, non mi ascolta proprio non ha capito una ceppa (mi contengo con le imprecazioni almeno qui).
Messo alle strette, sì perchè mi sono veramente ma veramente girate, cede e mi dice:  ti stavo organizzando una festa a sorpresa e pensavo ti avrebbe fatto piacere avere il pargolo con noi, e visto che te la sto organizzando a casa lui dopo poco sarebbe andato a letto ma almeno partecipava alla sorpresa.

patatrack
.... merda merda merda.

Non ne avevo nessun sospetto. Ci stava veramente riuscendo a farmi la sorpresa.
Devo essere sincera, avrei comunque preferito una serata io e lui. E' vero come dice l'Amica che il giorno dopo arriveranno a trovarci i miei e che quindi ci permetteranno comunque di uscire dato che ci invadono la casa e stanno da noi. Il punto è che avevo proprio voglia di ricordarmi il mio trentesimo compleanno con una serata romantica. Ecco l'ho detto. Romantica.
Rimane il fatto che, per come sono io, la festa a sorpresa, era un'idea bellissima, non ne ho mai avuta una! Perchè mi piace festeggiare e mi piacciono i nostri amici e sono certa che mi sarei divertita un sacco. E  mi piace avere intorno anche se per poco il Piccolo Lui, perchè i nostri amici lo adorano e viceversa. E io pure del resto.

Romanticiso vs divertimento.
Bene, ora me li sono guastati entrambi.
Se non avessi fatto la pazza probabilmente lui non sarebbe scoppiato confessandomi tutto, ma allo stesso tempo inventati qualcosa no?! Possibile che non abbia saputo tenere la cosa segreta?!
Il romanticismo è rovinato. Perchè fondamentalmente la delusione rimane nel fatto che lui non abbia nuovamente capito che ho bisogno di tempo noi due soli, dopo tutti i discorsi e le parole.
Però si è impegnato per organizzare una bella cosa. L'ha fatto per me. Per farmi felice. Questo lo so. Perchè alla fine sono io quella che ama le feste, mica lui.
Il divertimento ci sarà ma non sarà più una sorpresa. Metterò comunque i tacchi, per finire scalza dopo mezz'ora visto che sono a casa!

Del resto non poteva essere un gran giorno oggi, tra un mese esatto finirà il mondo.


18 novembre 2012

La foto della domenica

Fino a qualche anno fa non sopportavo quelle coppie che si portavano dietro il figlio o peggio i figli a fare la cose da grandi come cene al ristorante, mostre o concerti. L'unico pensiero che mi veniva vedendoli era "ma non ce l'hanno una babysitter?!"
Bene, ora che faccio parte del clan dei genitori ho la risposta: NO.
Noi se vogliamo concederci qualcosa da adulti dobbiamo per forza portarci dietro il pargolo. Non abbiamo nonni molto disponibili, né tantomeno possiamo permetterci una babysitter.
In questi giorni c'era il Jazz Festival e data la mia passione spudorata per la musica suonata dal vivo, che va dal più semplice suonatore di strada al concertone da stadio, non avevo nessuna intenzione di perdermelo. Il concerto è stato davvero molto bello, c'era un trombettista cubano da paura e un batterista  giustamente famoso, e nonostante i primi cinque minuti dove il Piccolo Lui si fa sempre prendere dalla novità/diversità/curiosità, per il resto del tempo abbiamo dovuto escogitare chissà che cosa per tenerlo buono-fermo-silenzioso. Alla fine ce la facciamo ma siamo anni luce da quello che intendo io per un aperitivo a suon di musica (e cioè un buon bicchiere di vino assaporato sprofondando in una poltrona totalmente rapita dal ritmo).
Le competenze che si riescono ad affinare quando si diventa madre sono davvero da curriculum. Infatti ho imparato ad inventarmi grandi storie che vedono protagoniste le guance a palloncino del sassofonista o il contrabbasso, che altro non è che la chitarra di un gigante, e allo stesso tempo godermi la musica con un solo orecchio. Altro che multitasking.
O così o niente e alla fine preferisco sempre un pò che nulla.
So che i senza figli in queste situazioni un pò mi odiano. Ma un giorno capiranno.


la foto partecipa alla raccolta di BimBumBeta

17 novembre 2012

amiche

Quando si dice che gli amici sono come il pane si dice la sacrosanta verità.
L'amicizia è un valore, un sentimento che ho conosciuto, compreso e vissuto in pieno solo negli ultimi anni. (a proposito di amicizia se vi fosse sfuggito il post di Marzia dovete leggerlo!).
Ho tre amiche e sono loro le mie ancore. Ho vicino tre persone così diverse tra loro e da me da creare un gruppetto fantastico, che si completa. Le nostre vite sono diverse e diverso è il nostro modo di viverle. Il bello è proprio questo. Ci si confronta, si ride, si piange.
Da ciò che è diverso da noi possiamo solo imparare, mai dimenticarlo.
Almeno una volta a settimana abbiamo bisogno di una serata insieme e di questo sono grata. Perchè mi fa bene come una corsa al sole, come una notte di sesso sfrenato e come un gelato con tanta panna montata.
E ieri sera si sono dedicate a me. Perchè ne avevo tanto bisogno e loro c'erano.
Con le loro idee diverse, con i loro modi unici, con le parole giuste.

Le mie amiche sono un perfetto ritratto antropologico che rispecchia i vari modi di essere donna:
C'è B. fidanzatissima, con una stabilità invidiabile ma senza un lavoro, che vorrebbe una notte di follia con un uomo diverso e uno stipendio più di ogni altra cosa.
C'è L. che con il fidanzato non ha veri progetti, che vorrebbe farli ma non sa se con lui, che si è rimessa in gioco e va per la sua strada, testarda come poche.
C'è M. (la mia Amica) che non trova la pace. Vuole la stabilità amorosa più di ogni altra cosa, ha quella lavorativa ma vorrebbe un marito e un figlio. A volte un pò a tutti i costi. Ma poi non le basta mai, perchè lei vuole l'Amore quello un pò romanzato e idilliaco difficilmente reale.
Poi ci sono io. Quella che in realtà era l'ultima che si pensava mamma e moglie e che è l'unica ad esserlo. Quella che a volte vorrebbe andare lontana e solo per un giorno essere un'altra persona. Quella che non si sa fermare e non si sa accontentare.
In realtà questa è la cosa che ci accomuna. Non sappiamo assolutamente accontentarci.
Chi per una cosa e chi per un'altra.
Siamo vive.
Siamo proprio donne, per fortuna.


questa mattina c'era una luce irresistibile! 
Buon week end!











16 novembre 2012

Papà

Un piccolo capolavoro dedicato a tutti quei papà che sanno essere papà.
E mio figlio ha la fortuna di averne uno proprio così:
 



proprio così! :)











il libro parla da sé!
(Passo dopo passo - Philip Waechter - ed. Aliberti)

Questo post partecipa al venerdì del libro di Homemademamma

15 novembre 2012

Già Natale?!

Meno male che so impostare le sveglie sul telefono.
Mi stavo completamente dimenticando del post della staffetta!
Per cui apro la pagina facebook del gruppo e mi rendo conto che "La casa e il Natale" è il tema di novembre e non quello di dicembre! Aiuto!
Ma io al Natale non ci ho proprio ancora pensato! Ci sono 15 gradi fuori, faccio sempre tutto all'ultimo, ma voi vi state già organizzando?!

Quando eravamo solo due cuori e un bilocale piccolo e buio (ma con le travi a vista) il Natale era semplicemente festa, festa, festa. Nel senso di vino, musica e lunghe nanne sotto il piumone.
Ho una tradizione (che rimane anche adesso che ci siamo riprodotti): una mega cena, siamo sempre circa 15/20 persone, dove tutti portano un regalino unisex, budget massimo 5 euro, e alla fine si sorteggia. La gara è ovviamente a chi riesce a trovare la cavolata più assurda! A me una volta è toccato un disco orario con la pila, tanto per farvi capire. Ogni ora scattava da solo. Una figata. Peccato che si scarica. E quindi multa.
Fino a qualche anno fa la suddetta cena si faceva nel suddetto bilocale buio, tutti un pò allo stretto e l'unico addobbo presente era la tanto amata pianta (credo si una specie di palma), che ancora sopravvive, con delle lucette a intermittenza. Avrebbe potuto vincere qualsiasi premio di addobbo più triste, poco chic e trash mai visto.
foto di repertorio che rende perfettamente giustizia all'addobbo.
chiunque voglia può rubarmela, sarò felice di dire che non è mia!

Adesso che c'è il Piccolo Lui è tutta un'altra storia (chevelodicoafare?!).

Quindi il Natale del 2009, primo del nano e primo per noi nella casa nuova è stato un'esplosione di lucine, colori, palline, profumo di pino, pupazzetti e anche una ghirlanda per la porta. Il portafoglio ne ha risentito parecchio, ma cosa potevo farci, era il suo primo Natale (quante volte l'ha sentita il Grande Lui questa scusa!)
Ovviamente lui non ne ha nessun ricordo, non era ancora autonomo nel muoversi e quindi non ha potuto distruggere nulla ed io ho ottenuto parecchi minuti di pacchia ipnotizzandolo con le mille luci dell'albero che facevano invidia a un luna park.
2009 - luci ipnotiche thank you

Il Natale 2010 ha visto un albero più grande e un nano più grande. Un altro portafoglio alleggerito perchè la capacità motoria del Lui in questione era notevolmente aumentata e i disastri perfettamente compiuti, quindi si doveva rimediare. Di Babbo Natale non c'era ancora molta coscienza e nessuno ha insistito per farglielo interiorizzare. E' stato il Natale della prima recita al nido con annesso pianto disperato perchè che cavolo mamma, così a gratis mi devo esibire?!


2010 - love love love




Il Natale 2011 è stato un Natale da bambini. Uno degno delle migliori tradizioni, con letterina a Babbo Natale, albero un pò meno distrutto ma con di tutto appeso perchè lo doveva fare lui, ovviamente come voleva lui e sveglia all'alba per aprire i regali sotto l'albero (solo dopo essersi molto offeso perchè il buon dispensatore di doni aveva avanzato un pò di latte e un biscotto che lui amorevolmente gli aveva lasciato).  Per fortuna la terribile recita dell'asilo è stata sostituita da laboratori natalizi con mamme e papà, così ho potuto fare la mia degna figuraccia in quanto madre per nulla creativa.

2011 - albero gigante, nano pure.

christmas style


Il Natale mi piace primo perchè sono in vacanza per quasi due settimane.
Secondo perchè qualche volta ricevo dei bei doni.
Terzo perchè si torna proprio bambini.
Quarto perchè si mangia tanto.
Quinto perchè la nostra casa diventa più bella, automaticamente più calda e accogliente.

Natale a casa nostra vuol dire albero.
Non facciamo grandi altre cose. Ma l'albero lo facciamo come si deve!





Questo post partecipa alla staffetta di Blog in Blog
(ci si deve iscrivere al gruppo su Facebook: entro il 7 del mese ci si aggiunge alla staffetta e il 15 tutti postiamo insieme il post inedito sull'argomento prestabilito.)



Aspetto tante idee facili (ripeto facili!) da copiare per Natale da voi!

Casa Organizzata - www.4blog.info/casaorganizzata
Sanzio e Monica Tosi - www.monicc.wordpress.com
Iridi a stelle e strisce - http://ita2usa.blogspot.com
Original watercolour paintings and more www.francescalancisi.blogspot.com
Diario magica avventura: http://lamiadolcebambina.blogspot.it/
Bodò. Mamme con il jolly http://www.bbodo.it/tag/di-blog-in-blog/
Nenè, l'architetto in salopette http://nenelarchitettoinsalopette.blogspot.it
Idea Mamma: www.ideamamma.it

14 novembre 2012

perle di futura saggezza

"Amore oggi pomeriggio la mamma deve lavorare un pochino con il computer perchè non sono riuscita a finire in ufficio e devo fare ancora un sacco di cose"

devi lavoae?!

"eh sì..."

io da gande non compiuteò. [=lavorare con il computer - ndr]

"e che lavoro ti piacerebbe fare da grande?"

giocae con le macchinette.


questa è in assoluto la massima delle perle di futura saggezza.

13 novembre 2012

il post che non avrei voluto scrivere

Tre giorni di ritardo e la mente vola.
Anche se ti autoconvinci che non devi illuderti, che non può essere, che sarebbe la cosa più bella del mondo, che non devi fare i calcoli di quando nascerà, vivi quei tre giorni con un'unico pensiero.
Lo vuoi.
Fortissimamente.
Vuoi diventare mamma di nuovo.
Come se non ci fosse altro al mondo che si possa desiderare di più.
Perchè questa volta sarebbe una cosa consapevole, voluta (e solo io so davvero quanto), desiderata, cercata e chi più ne ha ne metta. Voglio provare questa sensazione, quella dell' aver cercato e trovato, vivermela senza le paure che hanno caratterizzato la mia prima gravidanza.
Mio figlio infatti è arrivato per caso, nel senso che non lo stavamo nè cercando nè desiderando. E' stato una bella batosta, 26 anni, un'università da finire e un bilocale pieno d'amore ma piccolo e buio. 
Mai cosa per caso fu più azzeccata.  
Un miracolo mi dicono i medici, io preferisco definirla una magia.

Poi arrivano.
'Ste stronze.
Come sempre. Da 19 mesi a questa parte mi riportano alla realtà.
"Continua pure a sperare bella mia"
Per me è molto difficile rimanere incinta (ne parlavo anche qui, autoconvincendomi di nuovo che non era un mio chiodo fisso). Una tuba è chiusa e quindi le aspettative sono solo sull'unica rimasta, e questo mese era anche il suo turno (maledetta), solo che anche lei è piena di aderenze e paranoie (rimaledetta).

Lo so che sono giovane, lo so che ho tutta una vita davanti e soprattutto lo so che ho la fortuna di essere già mamma.
Per questo non mi posso mai lamentare troppo.
Però fa male comunque. Però è' un pensiero costante. Però è un peso difficile da descrivere.
Sono grata per la magia che è stata ed è mio figlio e ogni giorno cerco di assaporarne al massimo, di riempirmi di questo amore immenso.
Però, come si chiedeva Raffella in un suo post che mi ha coinvolta molto, vorrei tanto sapere
[...]Che sensazione si prova quando tutto avviene come se fosse l’evento più naturale del mondo? 
Com’è quando le cose vanno come devono andare, com’è desiderare e ottenere?
Com’è provare e riuscire, senza battaglie, senza guerre, senza traumi?

Non ho fretta ma non ce la faccio più. Solo chi ha cercato a lungo sa cosa significa...
E' una parte di me che cerco di nascondere perchè non voglio passare per l'eterna insoddisfatta (perchè non lo sono) ma le lacrime ci sono e le verso da sola.
E quindi vaffanculo.
Sì, perchè era il momento più giusto, un regalo bellissimo per i miei trent'anni, un modo di festeggiare una ritrovata e tanto agoniata pace con Lui, quello Grande, un modo nuovo, positivo di guardare al futuro.
Per me, per Lui e per il Piccolo Lui.
Perchè essere fratelli è una cosa bellissima.

11 novembre 2012

la foto della domenica

Nell'ordine oggi:

  • sveglia ore sette perchè cascasse il mondo ma sabato e domenica Lui si sveglia alle sette. Dal lunedì al venerdì ci vogliono le bombe per tirarlo giù dal letto.
  • casa da riordinare completamente perchè ieri sera sono venute a cena le mie tre grandi amiche con compari al seguito e abbiamo mangiato pesce e bevuto tanto vino buono. E abbiamo lasciato tutto lì.
  • teatro bellissimo, un modo unico di raccontare il Brutto Anatroccolo (perfetto anche per i più piccoli - Compagnia Teatro Actores di Cagliari)
  • Pranzo in famiglia con camino acceso e vino, meno ma di nuovo. Aiuta a sopportare meglio la famiglia acquisita.
  • Nanne, tante nanne pomeridiane
  • Poi pomeriggio in pigiama: calcio in salotto, partite di "nemori", balli con Rino Gaetano a tutto volume, lego e di nuovo pesce, libretti e coccole.

Ma perchè domani è lunedì?!

La serata con gli amici è stata bellissima come sempre e finalmente il fidanza di B. ha portato il cavalletto e il suo cannone. Ho fatto con la sua macchina delle belle foto (la mia poverina in confronto fa una brutta figura!) e ho poi attaccato la mia al cavalletto. Ho potuto spingerla a tempi di otturazione mai provati e ho capito qualcosa di più di bilanciamento del bianco... Ovviamente sono riuscita a fare una sola foto perchè nell'istante in cui l'ho messa sul cavalletto ha cominciato a diluviare. era buio pesto e ho sbagliato i diaframmi ma mi è venuta una foto che a mano nuda sarebbe stata impossibile... 



Bene, caro Babbo Natale vorrei un cavalletto.


partecipo sempre alla raccolta di BimBumBeta

8 novembre 2012

Perle di futura saggezza

In macchina con la musica, io comincio a cantare, più per me che per il mio compare di viaggio.
Lui da dietro:
"Non puoi cantae. E' mejo se non canti."

Grazie gioia di mamma.

6 novembre 2012

perchè social?! post molto confuso

Tutto è partito sabato sera... Dopo una giornata di meritatissimo shopping e di giochi dell'oca in mezzo alla piazza ci accingiamo, ad orari di cena per il nano ma aperitivo per i grandi, a fare giustamente aperitivo. (sono una che tiene molto alle abitudini, alla routine e al rispetto degli orari naneschi, tranne il sabato).
Andiamo nel posto che mi piace di più, con le pareti di mattone, con appesi i quadri di New York, quella Big Apple che avevo vissuto da giovanissima, quella ancora con le Torri, quella del prima. Così tra una chiacchiera e una sgridata (ho un figlio che in pubblico dà sempre il meglio di sè) mi faccio una foto al mio nuovo maglioncino con le borchie (se proprio così vogliamo chiamarle, niente di punkettone, purtroppo o per fortuna non ho nè l'età nè la faccia nè la vita adatta).
Il Grande Lui mi guarda e mi chiede: "mi spieghi perchè devi rendere social questa cosa?" (ovviamente stavo instagrammando).
Ci ho pensato lì per lì e ho riposto frettolosamente e in maniera molto simpatica: "perchè mi piace, ma a te che te frega?!".
Però ho continuato a pensarci anche dopo e ho ovviamente continuato a instagrammare cose "inutili".

Partiamo dal presupposto che Lui non è social nè online nè offline. Fa parte di quella categoria che non ha mai avuto un profilo Facebook perchè non saprebbe che farsene, di quelli che chiamano gli amici raramente, al massimo gli mandano una mail ma figurati se si sceglie un'immagine di profilo o se commenta quella di qualcuno. Va anche detto che è la categoria di quelli che fa più figo non avere Facebook che averlo. Perchè ce l'hanno tutti.

Io invece sono abbastanza social (non multitasking, social). Vorrei esserlo di più offline e me la cavo egregiamente online, ad eccezione del profilo fb di questo blog che non aggiorno mai (grazie comunque ai miei 6 followers di cui uno penso di essere io-profilo-privato) perchè alla fine credo che questo blog sia social di per sè, ma migliorerò!
Ma torniamo alla questione: perchè sono social? O meglio, tolte le foto più belle che faccio e che posto ai miei pochi amici, tolte le cavolate che mi scrivo con le mie fidate compari, tolti i prolissi messaggi che mi mando con le due amiche Oltreoeano, perchè mi metto a postare una foto della mia nuova maglia?!
Perchè mi piace fotografarmi le scarpe? o meglio, il perchè lo so e sta nella domanda: perchè mi piace.
Ma allora, perchè non lo faccio solo per me?
Perchè condividerlo?

Il blog è un'altra storia. I miei post, le mie domande sono un bisogno, perchè imparo dai consigli degli altri anche se voglio fare di testa mia, perchè mi piace confrontarmi con chi vive "cose" come le mie, mi piace sentire altre campane e spesso provare quello strano conforto dato dal fatto che non sono l'unica che affoga in un bicchiere d'acqua. Più semplicemente, perchè mi fa stare bene.

Instagram lo adoro perchè rende tutto molto semplice, anche se toglie il divertimento, il risultato è assicurato. Ma tutte le cazzate frivolezze che fotografo le condivido perchè realmente mi importa di cosa pensa qualcuno delle mie borchie, o più semplicemente perchè mi piace far vedere le foto che faccio (e che mi piacciono)? Non mi ero mai chiesta il perchè.
Penso che la risposta sia la seconda, ma come ogni volta che mi pongo delle domande mi rispondo con altre domande.
Mi piace anche che gli altri condividano con me, fa sentire parte di qualcosa, alle volte fa sentire meno soli e in alcuni casi è un semplice farsi i fattacci altrui.
Forse dovrei vivere in una comune. Così avrei tutto condiviso sempre, visto che mi piace tanto.
O forse va proprio bene così perchè il bello è che ognuno condivide quando gli pare e piace punto.

Fondamentalmente è una nuova vanità.
E non per forza questo è negativo.
Essere social è un moderno far vedere.
A molti di più che non solo gli amici del bar. E' il far vedere globalizzato.

Conclusione: condividere e' bello.
Troppi perché fanno male.


A proposito del mio tanto amato, leggete qui. Io li amo entrambi, Istagram e Claudio.

questa è la foto incriminata... per la cronaca la mia maglia è bellissima









E voi quanto e perchè siete social?!

5 novembre 2012

La staccata che vorrebbe tanto essere taccata

Avviso ai lettori: post molto molto frivolo.




Ovviamente arrivo sempre all'ultimo perchè tra poche ore scade il termine per il give away della mitica Luana, la Staccata per eccellenza, menomale che il Blog della Emy me lo ha ricordato! Non avendo twitter (io e il multitasking abbiamo delle controversie da risolvere) ho seguito le istruzioni e condiviso su facebook questa pagina. Se non vinco il suo libro me lo compro lo stesso, il titolo è tutto un programma.

Bene, qui si parla di scarpe. Uno di quegli argomenti che il tuo marito/fidanzato/compagno non potrà mai ma davvero mai comprendere. Sono limitati, spesso hanno cattivo gusto e soprattutto non recepiscono.
Sono assolutamente una donna nella media, le scarpe mi piacciono tanto, tanto tanto. Invidio chi ne ha a centinaia; potrei guardare una vetrina di scarpe per quindici  minuti di fila come inebetita se non fosse che, se mi distraggo, il nano rischia di sfondarla dopo pochi secondi; se vincessi alla lotteria la prima cosa che mi comprerei sarebbe un bel paio di scarpe con la suola rossa, quelle vere.
Sì, sono d'accordo, è una follia che un paio di scarpe costi 500 euri o anche più, ma non è che mi schiferebbe spenderli così se potessi. Ecco, l'ho detto. Il problema non si pone: non posso permettermele.

Nonostante tutto ciò io sono una staccata. Purtroppo.
Come mi piacerebbe uscire di casa la mattina per fare le solite cose con un paio di trampoli all' ultimo grido, di quelli che li quando metti il fondoschiena si trova più su e non solo perché sei più alta ma perché magicamente diventi un gran pezzo di ragazza. Vorrei essere una di quelle che riesce ad indossare i tacchi ad ogni occasione, dalla spesa al mercato alla festa con le amiche, dalla riunione del figlio a scuola fino al più semplice appuntamento di lavoro. Vorrei saper camminare con i tacchi e non sembrare un nano alle prese con i primo passi, sempre per stare in tema. Avrei voluto resistere sui meravigliosi tacchi colorati acquistati per il mio matrimonio invece che cedere alle ballerine subito dopo la cerimonia, soprattutto visto che il pezzo forte erano proprio loro e il vestito, rigorosamente corto, era solo un accessorio...




Non sono sempre stata così. Per le occasioni speciali (solo quelle) una volta mi intaccavo, sempre tacco altissimo o niente. Del resto lo sapete, per me o bianco o nero.
Una volta. Prima. Che balle sto prima, ma perchè le cose belle da donna si fanno sempre prima del giorno in cui tutto cambia, prima di trasformarsi in madre, prima delle occhiaie impossibili da mascherare, delle smagliature e dei vestiti per forza comodi altrimenti come fai a stargli dietro?!
Bei tempi! Quando potevi permetterei di comprati in paio di scarpe che sapevi avresti indossato una sola volta senza pensarci troppo su perché, al massimo, il tuo frigo da donna senza prole da sfamare avrebbe pianto per una settimana. E ti saresti sentita più slanciata non solo per i tacchi ma anche per la dieta forzata...
E invece ormai vivo solo di ballerine (e mi sfogo nell'acquisto di queste che per i miei piedi piatti sono proprio indicate) e converse, stivali rasoterra e infradito. Se posso scalza è ancora meglio.
Amo guardare le meravigliose scarpe taccate sui vari siti online e fantasticare di poterle indossare in chissà che occasioni (non certo quelli che vedi su scarpedemerda guardatelo è una cagata geniale!) o ammirarle ai piedi di chi li indossa con abilità... Perché fanno tanto Carrie e vita social ma amen.
La pigrizia e la comodità stanno a me come la mozzarella alla pizza. Non posso farne a meno.

Care mie belle, bellissime scarpe (quanto mi piacciono) vi riporterò alla luce un giorno o l altro...

prego notare il bellissimo sandalo viola, fucsia e arancione di cui parlavo sopra







Voi siete staccate o taccate?!