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12 marzo 2013

faccio outing

Si dice che quando si tocca il fondo si possa solo risalire. Barbara ha detto che buttare fuori tutto è un pò come fare le pulizie di primavera e che dopo dalla finestra entrerà più luce.
Rende perfettamente l' idea.
Io ho capito una cosa. E non è una cosa da poco.
Io voglio, vorrei, solo un altro bambino.
Vorrei poter amare così follemente un altro essere umano. Vorrei che mio figlio provasse il legame che unisce due fratelli. Vorrei che fossimo in quattro, proprio come ho sempre immaginato la mia vita.
Ma non mi importa nulla da dove venga.
Non ho la voglia della pancia, non ho vissuto la mia prima gravidanza amando il mio corpo che faceva da culla, sempre più grande. Non mi accorgo più di tanto delle mille panze che vedo in giro, io vedo mille carrozzine, io guardo quelle.
Non ho saputo instaurare una relazione con la mia pancia. Lei c'era, era lì.
Quando ero in stato balenoso mi sono sentita in colpa per questo. Io ero quella che non poteva avere figli e, indipendentemente dal fatto che non fosse una gravidanza cercata, sapevo che avrei dovuto esserne felicissima, vivermi la nostra fortuna e la magia con il cuore a mille. E invece no. Le ecografie mi sono sempre sembrate surreali, mi colpivano tutte le reazioni di commozione che la mia pancia provocava, più agli altri che a me. Sono stata sospesa per nove mesi.
Era una delle cose che avrei voluto vivermi diversamente, adesso. Avrei voluto diventare la donna che speravo di essere già la prima volta ma che alla fine non mi riusciva, volevo amare la pancia e vivermi al massimo quei nove mesi che sono oggettivamente incredibili.
Ma so anche che li avrei vissuti con il desiderio che passassero in fretta.
Perchè io vorrei solo un figlio.

Io ho amato mio figlio piano piano ma tutto è davvero cominciato quando l'ho visto. Quando l'ho toccato. Quando ho guardato la cosa che mi ha cambiato la vita. Ci è voluto del tempo per fortificare il mio amore per lui, c'è voluta un pò di conoscenza reciproca ed è proprio questo viaggio che abbiamo incominciato ad intraprendere con lui che cerco nuovamente.
E' quello il momento che vorrei rivivere, quello con cui tutto inizia, quello in cui lo vedi e lo tocchi. E non importa se non potrà esserci un parto, non importa se ci perderemo certe cose.
Non so se riesco a spiegarmi perchè è un pò complicato da capire, a volte anche per me.

Non sono fatta per la pma. Mi dispiace, ci ho provato, me lo dovevo ma non fa per me. Mi ero posta dei limiti. Me li sono posti convinta che poi arrivata al limite lo avrei spostato un pò più là. E invece no. Non lo posso spostare più in là. Non riesco a integrarla con la mia quotidianità, non riesco a viverla con il giusto distacco che serve per mantenere tutto il resto in piedi e illuminato... Non sopporto questo senso di impotenza, non sopporto questa sensazione di inadeguatezza che involontariamente provo, non sopporto questo continuo pensiero a me, al mio corpo, a dove sta l'inghippo, ai perchè. Non sopporto gli inviti a rilassarmi che mi fa mia madre e che anche tutto il resto del mondo mi rivolge.
Io non so perchè non riesco a rimanere incinta. L'infertilità inspiegata è abbastanza comune.
Ma così non riesco a volermi bene. Sostanzialmente sono arrabbiata con me stessa. E mi lascio andare. Perchè un pò mi sto sulle palle.
Non mi trucco più e i miei capelli sono davvero un casino, non mi coccolo più riempiendomi di crema dopo una doccia bollente e mi vesto senza nemmeno curarmi di cosa sto tirando fuori dall'armadio.
Ho bisogno di dare di più all'uomo che amo. Perchè posso dare di più. Perchè ho bisogno di stare con lui e starci bene.
Ho voglia di divertirmi con mio figlio, di godermelo come si merita, di sentire che non gli sto facendo mancare nulla, che ci sono per lui al 100%.

Voglio pensare ad altro. Quando tutti ti dicono non pensarci, cosa credono, che io mi diverta ad avere questo chiodo fisso, che mi accompagna comunque in ogni cosa io faccia? No, non mi piace. E allora devo lasciarlo andare.
Non è una rinuncia, se una cosa la vuoi profondamente non ci puoi rinunciare.
Ma ci sono altri modi, possono esserci altre strade, che non sono un ripiego, semplicemente sono più adatti a me, a noi.
Perchè sento che così non ce la posso fare.

Ho bisogno di concentrarmi su quello che c'è. Sul qui e ora.
Quindi basta. Non tornerò alla clinica.
Il prossimo passo sarebbe passare all'artiglieria pesante - fivet e compagnia bella - (perchè voglio dire, io sono una pivellina che molla alle primissime armi, giusto due iui) e, a parte il fatto che data la mia situazione lavorativa sarebbe economicamente impensabile, non credo che ce la farei.

Detto questo per adesso magari faccio una lista. Un to do per giovedì che sarà il mio primo giorno da cassa integrata, altrimenti impazzisco.
Nella lista ci metterò anche concedermi un'ora al giorno di pace totale. Un libro all'ora di pranzo al sole nel mio bar preferito (giovedì dovrebbe piovere ma vabbè). E' una cosa che non riesco a fare mai. Se questa cassa integrazione devo vederla come un'opportunità lo deve diventare anche per me. Per rimettermi in carreggiata. Per ricominciare a volermi bene.
Tutto il resto del tempo mi do da fare e mando curriculum, promesso.

Magari il mese prossimo nella lista ci inseriamo anche una telefonata all'ufficio adozioni del comune.
So qual'è il numero, è salvato nel mio telefono, è una cosa che è sempre stata detta, voluta, semplicemente mai approfondita perchè vista come troppo complessa. Rimanere incinti sembrava più semplice. (Ahahahah).
Nove anni fa sapevo già che l'esame, fatto per curiosità, per verificare se quello che avevano ventilato i medici anni prima a causa di una grossa operazione avuta da bambina, era vero.
Lo sapeva anche lui. Fu il primo a cui lo dissi. In realtà ero fidanzata con il suo amico anche se ero fondamentalmente pazza di lui. Ma questa è un'altra storia.
E da giovani innamorati senza la minima intenzione di mettere su famiglia, viaggiavamo e fantasticavamo di quando avremmo adottato un bambino. Perchè la pma non sapevamo neanche cosa fosse. Perchè tutto a vent'anni è bello e possibile. Perchè ci credevamo davvero. Volevamo stare insieme per sempre e avere dei bambini, non importa se non avrebbero avuto i nostri occhi, avrebbero avuto il nostro sorriso, perchè quello si insegna e si trasmette, la genetica non c'entra nulla.
Chiameremo, con calma, assolutamente facendo una cosa alla volta, godendosi il più possibile una primavera che si spera si decida ad arrivare e mettendosi sotto per risolvere il problema lavoro. (io ci provo, avevo detto che dopodomani sarebbe dovuto arrivare).

Non sento differenze tra figli di cuore e figli di pancia.
Così li chiamano no?! Almeno è come la vedo io.
Perchè io è con il cuore che desidero un altro figlio. Se il mio corpo non ci sta non posso mica impazzire.

Io mi conosco. Io credo e provo davvero solo quando vedo e tocco.







Vorrei ringraziarvi tutte, perchè mi siete davvero vicine, perchè non so come, io di solito non sono brava a spiegarmi, ma sento tanta empatia e le vostre parole e i vostri commenti sono diventate importanti, sono in grado di farmi tornare il sorriso e soprattutto mi fanno sentire meno sbagliata, più accettata così come sono e come tale apprezzata. 
E come ho già detto tante volte, è una bellissima sensazione.
thank you!