Non sono un’intenditrice. Per
niente. Non so disegnare, non ho studiato storia dell’arte, non avevo mai preso
in mano un pennello prima di diventare mamma.
Però adoro, letteralmente, i
musei. E quello che contengono.
Se mi vedete nervosetta basta portarmi ad una mostra, e tutto passa.
Se mi vedete nervosetta basta portarmi ad una mostra, e tutto passa.
In un museo tutto può essere.
C’è la storia, la vita, l’amore, la pazzia, il diverso e il dolore. Non
sai mai bene esattamente cosa proverai guardando. Rimani colpito sempre da
un’idea, un particolare, un colore.
Oppure no. Oppure non condividi, non
capisci, non ti piace.
Di fronte ad un'opera d' arte non ci
sono pregiudizi e non ci sono luoghi comuni.
C’è solo la nostra capacità di
aprire la mente.
Adoro i grandi spazi, perdermi, fermarmi, guardare e pensare a tutt'altro guardare e pensare con
attenzione a cos'è quello che sto guardando.
Provo sempre un grande senso di
benessere, sia che mi ritrovi tra un Caravaggio che tra un Fontana. Il primo è, a mio modestissimo parere, il più grande pittore mai esistito, il secondo era semplicemente un genio.
L’arte riesce quasi sempre a far vedere altro, rende visibile ciò che non lo è.
Ed è l’espressione più alta
della libertà.
E' davvero l’unica cosa
immortale. E allo stesso tempo così tremendamente terrena.
E’ l’unica cosa talmente intima
da poter diventare di tutti.
Mi piace il bello, in ogni
sua forma e nei musei se ne trova sempre. A Londra (sì, ancora Londra) è tutto gratis, esposizioni temporanee escluse. Ma solo di collezioni
permanenti c’è da perdere la testa.
Che voglio dire, è giusto no?
Di tutti e per tutti.
Nell'ordine siamo stati alla
Tate Modern ,immensa, grande e molto molto fredda. Ma ci sta. Un enorme spazio
arioso, dai soffitti altissimi, riempito con tutto quello che siamo, da ottant'anni a questa parte.
E poi c'è Giacometti che mi piace tanto.
Poi siamo stati al BritishMuseum. E qui è la storia del mondo, grande come il mondo.
Al momento c’è questa mostra temporanea dedicata agli Shunga, le
stampe erotiche giapponesi. Strepitosa. Sarà che ho un debole per Hokusai, sarà
che il sesso quando non è volgare ma vitale mi piace, sarà che alcune stampe
erano del 1600.
Ci siamo presi la stampa di questa, che appenderemo
sopra il nostro letto nella casa nuova. (aiuto la casa nuova, non ci devo
pensare).
E questa:
Siamo ovviamente stati alla National Gallery, che non ha bisogno di presentazioni.
Qui è vietatissimo fare foto e quindi aprite semplicemente un libro di storia dell'arte e bene o male troverete tutto quello che c'è.
Sarebbe da fare in più giorni per godersela un pezzetto alla volta.
Saloni immensi, tappezzerie
preziose e divani di pelle. C’è un Caravaggio, La cena di Emmaus che non conoscevo ed è
splendido. Mi piace perché ogni suo quadro non ha nulla di religioso, ma è sempre
umano. E poi, per una che ha la passione per le mani, uno come lui, che sa renderle sempre meravigliosamente, non può che essere considerato il più grande artista di
sempre.
Sono tutti lì, Veermer, Tiziano, Raffaello, Botticelli, Rubens, Van Eyck (avete presente la donna incinta con l’abito verde del 1400?! quello), Michelangelo e Canaletto.
Sono tutti lì, Veermer, Tiziano, Raffaello, Botticelli, Rubens, Van Eyck (avete presente la donna incinta con l’abito verde del 1400?! quello), Michelangelo e Canaletto.
Pochi italiani eh?! Guardate che fine abbiamo fatto,
che paese siamo diventati.
Ma dicevo, Rembrant, Van Gogh e i suoi girasoli che sono davvero un’altra cosa visti dal vivo, Seurat, Gauguin e Cezanne e vorrei aggiungere che come lui non ce n’è.
Poi c’è stata la Whitechapel Art Gallery. Ma nemmeno qui ho fatto foto. Si poteva, ma in questo periodo la mostra è questa. Grandi piselli, foto di peni in bella vista, uomini nudi e non proprio
definibili dei figoni. Quindi me le sono risparmiate.
Questa Sarah Lucas sarebbe stata un'ottima paziente per il buon vecchio Freud.
C’è stata poi la più bella di
tutte, perché inaspettata. La Photographer’s Gallery un piccolo museo in verticale in un classico
palazzo londinese, una traversa di Oxfrod Street. C’era una mostra dedicata alla
maternità, questa.
Commuovente.
La prova che anche le foto,
che sembrano così statiche e reali, possono in realtà essere molto altro. Arte
pura.
C’era questa Hanna Putz che, a mio avviso, ha reso benissimo il concetto di maternità. Andando oltre le foto
mamma-bambino, così classiche, sacrali e, passatemi il termine, normali.
Ma era tutte belle.
E poi c’era lei. E il racconto fotografico della sua ricerca di maternità.
Non ho fotografato le sue foto.
Era come invadere il suo dolore. Per quanto lei l’abbia esposto in una mostra.
Però
mi sono persa nei suoi occhi così pieni di quella ricerca. E ho pensato a molte
di voi.
Per ultimo siamo stati al
Design Museum. L’unico a pagamento. Il meno bello di tutti. C’era la mostra dedicata allo stilista Paul Smith e ovviamente il tutto era degno di un museo del design, ma la
collezione permanente lascia molto a desiderare.
Questo è tutto quello che siamo riusciti a fare in quattro giorni. Il resto del tempo lo avrete capito dal post fotografico di qualche giorno fa, l'ho passato a mangiare! Londra, dal punto di vista dell'arte, offre molto, molto di più .
In ogni museo, ma anche nelle più piccole gallerie, c'è uno spazio per bambini e famiglie, laboratori ed eventi a loro dedicati. Ne abbiamo visti un paio. L'offerta di attività per vivere il museo è davvero ricca.
E il lunedì mattina la National era piena di scuole.
E il lunedì mattina la National era piena di scuole.
Gruppi di bambini anche solo di quattro anni, davanti a quadri del 1200, che ridacchiavano di fronte ai putti nudi e che stavano a bocca aperta ascoltando le guide che li accompagnavano. Perché è sufficiente saper raccontare e coinvolgere con l'entusiasmo di un bambino per avere la loro attenzione.
Pensate quanto potrebbero andare in giro per musei i nostri figli, se fosse gratis. Quanto ne guadagnerebbero le scuole. E quindi le persone e il paese, tutto e tutti.
"It always seems impossible until it's done."
Nelson Mandela
"It always seems impossible until it's done."
Nelson Mandela
N.B.
Quasi tutte le foto di questo post sono fatte con il cellulare, di sicuro quelle delle opere e delle fotografie della mostra, e non rendono certo giustizia a ciò che sono veramente.
che meraviglia amica!!! nel 2014 devo assolutamente riuscire ad organizzare un viaggetto a Londra;-)) anche per me andare alle mostre, immergermi nella bellezza è un vero e proprio anti-depressivo. ieri è stata la volta del festival di Fotografia al M.A.C.R.O. da dove non sarei più uscita se avessi potuto;-))
RispondiEliminaecco, una delle cose che mi manca di più di roma è proprio il pullulare di festival e mostre... beata te!!
EliminaLondra e i suoi musei...il mio sogno...prima o poi ci andrò!
RispondiEliminaArte e non solo, cultura in generale, gratis: perché in Italia no?
Quante volte rinunciamo ad andare ad una mostra o un museo perché costa troppo? troppe volte, almeno noi, in questo periodo...e così ci si impoverisce moralmente e socialmente.
Dobbiamo prendere esempio.
Bellissime le tue foto, anche con il cell....sei proprio brava!
fosse gratis non ci si porrebbe nemmeno il problema. si andrebbe e basta.
Eliminagrazie!
domani voglio vedere quello sulla maternità. Ci andrò.
RispondiEliminaoh sì! goditela tutta!
EliminaChe goduria per gli occhi...
RispondiEliminaGrazie!
;)
EliminaLa mostra sulla maternità mi sta veramente spaccando in mille frantumi, soprattutto la lettera. AHHHHHH sospirone. Com'era la storia? Vuoi che ti offra un caffè? Ma tesoro ti offro pure un dolcetto che ci sta sempre bene. Voglissima di abbracciarti per ora mi accontento di farlo nel blog. Le foto londinesi sono tutte belle, non sembrano fatte col cell. davvero.
RispondiEliminaerano un elenco di scatti che ritraevano lei, le sue punture, i farmaci, la delusione...
EliminaCosì vere. Così tremende. Così materne, a modo loro.
Vada per il dolcetto!
Con il cell ho fatto solo le foto dei quadri, esterni e museo del design con macchina fotografica!
Grazie per tutti questi spunti, quante cose interessanti!
RispondiEliminaAnche a me piace molto Giacometti.
E la mostra Home Truths beh e' fenomenale. La prima foto mi fa pensare che non servono pancioni o curve rotonde per essere mamma. La seconda e' cosi intima, e' splendida. Mi ha incuriosita questa Elina Brotherus, ma non ho trovato niente di suo in rete per questa mostra. Pero' ho trovato questa ed e' bastata a squarciarmi l'anima
http://www.elinabrotherus.com/photography/brotherus-girl/
Grazie ancora per il post <3
Giacometti, anche io!
RispondiEliminabella la nuova faccia del blog :-)
Bello questo post!
RispondiEliminaI tuoi consigli e spunti sono sempre così gradevoli e delicati...;)
Kiki
L'Italia, col patrimonio culturale che ha, dovrebbe poter vivere di turismo, rendere gratuiti mostre e musei e dare tanto, tanto lavoro con questo settore. E invece, viene solo una gran rabbia!
RispondiEliminaLa cosa principale che ho adorato di Londra sono proprio i musei... e il fatto che sia gratis ti permette di starci finchè non sei stanco e tornare il giorno dopo! così è stupendo (io sono una che si stanca facile!)
RispondiEliminameraviglia... e io trovo che nelle tue foto ci sa tantissima arte!
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