Arrivi a un punto in cui il tuo essere mamma non è più riuscire a gestire la fatica delle notti insonni, capire come sopravvivere ad una strana sensazione di malinconia che non comprendi perchè hai tutto quello che vuoi, non è più preoccuparsi se ce la farete a "staccarvi".
Essere mamma diventa il bisogno di comprendere una testa diversa dalla tua, ancora molto plasmabile e spugnosa, il bisogno di proteggerlo, non più tanto dal freddo altrimenti si ammala (tanto hai imparato che si ammala comunque) ma dalla tristezza o comunque dalla non eterna allegria. Perchè i bambini sono meravigliosi, sono sempre solari, ma sono persone e vivono fortunatamente in un mondo popolato, e con questo mondo si relazionano. E le relazioni implicano sempre sentimenti. Belli e brutti. A tutte le età.E tu madre vorresti che per lui fosse tutto idilliaco e quando lui ha una piccola delusione tu l'assorbi e la provi moltiplicata per il suo peso. Perchè è la sua. Non parlo di quando piangono in preda ad un capriccio perchè volevano quello e non questo. Lì che pianga e si disperi, è tutto finto. Sono attori nati.
Parlo di quando ci sono i dispiaceri e di come è difficile buttarli giù, di come riuscire a pensare al bello in quel preciso momento.
I bambini sanno essere molto crudeli tra loro perchè quando sei piccolo è tutto estremizzato, di conseguenza anche la cattiveria. Non credo sia il termine giusto. Perchè i bambini non sono cattivi per natura. E' solo per rendere l'idea. Se avete termini più appropriati ve ne sarei grata e li farei miei.
Pietro è da sempre un gran pigrone. Ed è una delle cose che io adoro di lui. Perchè è come me.
Perchè stare a letto a cazzeggiare (e qui nessun termine è più adatto) è una delle sue passioni e anche delle mie. Perchè tra andare a fare una corsa e passeggiare con calma con il naso all'insù di sicuro siamo in due a preferire la seconda.
Detto questo è davvero un gran pigrone. Fin da piccolissimo. Ha sempre fatto tutto con molta calma. Non si lancia mai in voli acrobatici e ha cominciato a camminare a 18 mesi. Con calma. E' il suo motto.
Bisogna poi aggiungere che pesa più di 20 chili, che è alto come un cinqueenne e ha i piedi piatti per capire che non abbiamo di fronte Usain Bolt.
Con l'arrivo della scuola materna, la prima vera giungla della vita, con i bambini grandi (come lui fisicamente ma grandi per tutto il resto), con spazi raddoppiati rispetto al nido e soprattutto con l'arrivo del concetto di competizione se ne è accorto anche lui che non è proprio una scheggia.
E puoi anche essere uno che a quasi quattro anni conosce tutte le lettere ma se arrivi sempre ultimo nelle gare di corsa, se ti prendono subito quando si gioca a rincorrersi e tu non riesci mai a prendere nessuno e soprattutto ti canzonano per questo allora ci rimani male.
Non c'è nessun problema, è un bambino sanissimo, io lo guardo e vedo sempre e solo meraviglia, ma se fa male a lui fa un pò male anche a me. E' un male che dura cinque minuti ne sono consapevole. Ma so cosa vuol dire soffrire il giudizio degli altri. So anche che per fortuna per cose come questa crescere è un'ottima soluzione. Crescendo s'impara a fregarsene.
Fa psicomotricità e molto è migliorato, va in bici senza rotelle da una vita ma rimane un bambinone goffo e scoordinato. Vi assicuro che è proprio per questo che è profondamente adorabile.
Ma vaglielo a spiegare.
Comunque, per il momento cerchiamo di fare così (qui dovete dirmi la vostra):
- anche tra di noi non bisogna farlo vincere troppo perchè è importante il concetto che è bello partecipare
- mettere in risalto le sue mille qualità (abbiamo inventato la gara dei dinosauri dove il brontosauro, che è per eccellenza il più lento di tutti, riesce a fregarli facendo una scorciatoia - morale casereccia: se sei lento usa la testa)
- spronarlo a provarci e a "allenarsi" quindi giochiamo a calcio anche in salotto (che bello)
- dirgli di non dare troppa importanza a quelli che lo prendono in giro. Perchè c'è da dire che è anche parecchio permalosetto il ragazzo.
- avere pazienza. Perchè loro crescono alla velocità della luce. La pazienza no.
Ma la cosa che mi preme di più è riuscire a fargli capire che si può essere fantastici anche se non si arriva primi.
Insegnare l'amore ed il rispetto per sè stessi.
Il rispetto per tutti, compreso chi ti fa un torto, il rispetto di chi ti prende in giro, comunque.
Insegnare l'amore ed il rispetto per sè stessi.
Il rispetto per tutti, compreso chi ti fa un torto, il rispetto di chi ti prende in giro, comunque.
Il rispetto di quelli che possono non essere veloci come te o intelligenti come te, il rispetto delle parole, usandole con cura, il rispetto di chi ha delle difficoltà, il rispetto semplicemente di chi non la pensa come te. Diglielo se la pensi diversamente. Ma sempre con rispetto.
Perchè il rispetto, dato con la convinzione che se tutti faranno come te sarà un mondo migliore, è una bella sensazione. E' il buon esempio.
Ecco cosa diventa l' essere mamma dopo un pò. Essere un buon esempio.
E in confronto le notti insonni sembrano una cavolata.
Questo non doveva essere un post sul rispetto ma lo è diventato.
E così partecipo al blogstorming di Genitori Crescono