28 febbraio 2013

ho bisogno di consigli, tanto per cambiare

Arrivi a un punto in cui il tuo essere mamma non è più riuscire a gestire la fatica delle notti insonni, capire come sopravvivere ad una strana sensazione di malinconia che non comprendi perchè hai tutto quello che vuoi, non è più preoccuparsi se ce la farete a "staccarvi".
Essere mamma diventa il bisogno di comprendere una testa diversa dalla tua, ancora molto plasmabile e spugnosa, il bisogno di proteggerlo, non più tanto dal freddo altrimenti si ammala (tanto hai imparato che si ammala comunque) ma dalla tristezza o comunque dalla non eterna allegria. Perchè i bambini sono meravigliosi, sono sempre solari, ma sono persone e vivono fortunatamente in un mondo popolato, e con questo mondo si relazionano. E le relazioni implicano sempre sentimenti. Belli e brutti. A tutte le età.
E tu madre vorresti che per lui fosse tutto idilliaco e quando lui ha una piccola delusione tu l'assorbi e la provi moltiplicata per il suo peso. Perchè è la sua. Non parlo di quando piangono in preda ad un capriccio perchè volevano quello e non questo. Lì che pianga e si disperi, è tutto finto. Sono attori nati.
Parlo di quando ci sono i dispiaceri e di come è difficile buttarli giù, di come riuscire a pensare al bello in quel preciso momento.
I bambini sanno essere molto crudeli tra loro perchè quando sei piccolo è tutto estremizzato, di conseguenza anche la cattiveria. Non credo sia il termine giusto. Perchè i bambini non sono cattivi per natura. E' solo per rendere l'idea. Se avete termini più appropriati ve ne sarei grata e li farei miei.

Pietro è da sempre un gran pigrone. Ed è una delle cose che io adoro di lui. Perchè è come me.
Perchè stare a letto a cazzeggiare (e qui nessun termine è più adatto) è una delle sue passioni e anche delle mie. Perchè tra andare a fare una corsa e passeggiare con calma con il naso all'insù di sicuro siamo in due a preferire la seconda.
Detto questo è davvero un gran pigrone. Fin da piccolissimo. Ha sempre fatto tutto con molta calma. Non si lancia mai in voli acrobatici e ha cominciato a camminare a 18 mesi. Con calma. E' il suo motto.
Bisogna poi aggiungere che pesa più di 20 chili, che è alto come un cinqueenne e ha i piedi piatti per capire che non abbiamo di fronte Usain Bolt.
Con l'arrivo della scuola materna, la prima vera giungla della vita, con i bambini grandi (come lui fisicamente ma grandi per tutto il resto), con spazi raddoppiati rispetto al nido e soprattutto con l'arrivo del concetto di competizione se ne è accorto anche lui che non è proprio una scheggia.
E puoi anche essere uno che a quasi quattro anni conosce tutte le lettere ma se arrivi sempre ultimo nelle gare di corsa, se ti prendono subito quando si gioca a rincorrersi e tu non riesci mai a prendere nessuno e soprattutto ti canzonano per questo allora ci rimani male.
Non c'è nessun problema, è un bambino sanissimo, io lo guardo e vedo sempre e solo meraviglia, ma se fa male a lui fa un pò male anche a me. E' un male che dura cinque minuti ne sono consapevole. Ma so cosa vuol dire soffrire il giudizio degli altri. So anche che per fortuna per cose come questa crescere è un'ottima soluzione. Crescendo s'impara a fregarsene.
Fa psicomotricità e molto è migliorato, va in bici senza rotelle da una vita ma rimane un bambinone goffo e scoordinato. Vi assicuro che è proprio per questo che è profondamente adorabile.
Ma vaglielo a spiegare.

Comunque, per il momento cerchiamo di fare così (qui dovete dirmi la vostra):
  • anche tra di noi non bisogna farlo vincere troppo perchè è importante il concetto che è bello partecipare 
  • mettere in risalto le sue mille qualità (abbiamo inventato la gara dei dinosauri dove il brontosauro, che è per eccellenza il più lento di tutti, riesce a fregarli facendo una scorciatoia - morale casereccia: se sei lento usa la testa)
  • spronarlo a provarci e a "allenarsi" quindi giochiamo a calcio anche in salotto (che bello)
  • dirgli di non dare troppa importanza a quelli che lo prendono in giro. Perchè c'è da dire che è anche parecchio permalosetto il ragazzo.
  • avere pazienza. Perchè loro crescono alla velocità della luce. La pazienza no.
Ma la cosa che mi preme di più è riuscire a fargli capire che si può essere fantastici anche se non si arriva primi.
Insegnare l'amore ed il rispetto per sè stessi.
Il rispetto per tutti, compreso chi ti fa un torto, il rispetto di chi ti prende in giro, comunque. 
Il rispetto di quelli che possono non essere veloci come te o intelligenti come te, il rispetto delle parole, usandole con cura, il rispetto di chi ha delle difficoltà, il rispetto semplicemente di chi non la pensa come te. Diglielo se la pensi diversamente. Ma sempre con rispetto. 
Perchè il rispetto, dato con la convinzione che se tutti faranno come te sarà un mondo migliore, è una bella sensazione. E' il buon esempio. 
Ecco cosa diventa l' essere mamma dopo un pò. Essere un buon esempio.
E in confronto le notti insonni sembrano una cavolata.



Questo non doveva essere un post sul rispetto ma lo è diventato.
E così partecipo al blogstorming di Genitori Crescono 

25 febbraio 2013

ve lo dico io perchè ha nevicato

kennyrandom.com
L'unica cosa che andrebbe fatta in un momento così sarebbe un lungo minuto di silenzio.
Perchè siamo ufficialmente ingovernabili e non riesco a vederci nulla di positivo.
Perchè c'era bisogno di fare e così non si farà un cazzo.
E questo benedetto e maledetto paese non ne aveva proprio bisogno.

Al peggio non c'è mai limite.
1 italiano su tre non vota.
1 italiano su 3 di quelli che votano vota ancora Berlusconi.

"Capire chi ha votato Pdl è un po' come individuare chi ha scorreggiato in ascensore. [franks]" Spinoza.it

Detto questo non voglio più sentir parlare di elezioni per i prossimi dieci minuti e quindi vi confesso perchè ha nevicato. [Chi ha avuto disagi mi dispiace, davvero].
Mia suocera ha tenuto Pietro a dormire da lei per la notte.
E' strano che non sia scesa neve rossa.
E' la prima volta in quasi quattro anni.
Credo di essermi spiegata e di non dover aggiungere altro.

Siamo usciti mano nella mano e abbiamo fatto un bell'aperitivo in compagnia. Poi ce ne siamo andati a cena solo io e lui. Siamo riusciti a litigare e ad andare a letto arrabbiati. Potevamo darci al sesso sfrenato e invece no.
Il giorno dopo si fa pace. E per fortuna si recupera anche il sesso. Ma quella sera lì ti girano.
Poi noi abbiamo la rara abilità di litigare molto bene al ristorante. Ci viene molto meglio.
Eppure adoriamo uscire a cena. Non siamo da feste sfrenate (beh io anche sì, sono per tutto ciò che rientra nella categoria vita sociale) e preferiamo entrambi una buona cena nano-free.
Chissà. Siamo spesso e volentieri un pò un mistero.


Domenica mattina c'era un debole sole. A meno di cento chilometri stava nevicando. Qui erano rimaste solo pozzanghere.
Siamo andati a votare io e lui. Quello Piccolo.
E' stato fermo in coda ad aspettare che io facessi le mie croci perchè mi ha ricattato con lo sguardo: biscotto=sto bravo. Mi ha aspettata.
Siamo usciti e volevo aria. Volevo sperare che le cose sarebbero potute cambiare per il suo, che vuol dire anche mio, futuro. Non uno stravolgimento ma almeno un passo avanti. Sperare di non invidiare più chi se ne è andato.
Quella strana sensazione che ti fa sentire bene, quando voti e pensi che servirà, che hai fatto il tuo dovere. Anche se devi tapparti il naso, anche se ce la siamo già presi tante volte in quel posto.
Lui in bici, io praticamente di corsa dietro. Ma questa è la storia della mia vita con i miei uomini.

Non sono capace di parlar d'amore ma ne ero piena domenica mattina.
Lui sa fermare tutto.
Perchè quand'è così tutto risplende.







Vado a dormire. Mi fa sicuramente meglio che ricominciare a sentire di risultati elettorali.
Anche perchè sta parlando la Santanchè.





22 febbraio 2013

feeling good

Non sono mai stata una con una grande immaginazione. Molti sogni ma è un concetto diverso. Non sono mai stata molto brava ad inventarmi storie ma mi sono sempre immersa del tutto in quelle che mi venivano raccontate.
Capitava che ci mettessi del mio ma mi serviva un input, l'ispirazione. Valeva anche per i temi a scuola. Il vuoto e poi bastava scopiazzare una frasetta che partivo.
Ho avuto la fortuna di avere un papà che inventava per me. Mi portava in luoghi lontani e mi raccontava grandi avventure solo con il potere dell'immaginazione. Lui che adora divorare libri non me ne leggeva quasi mai, per quello c'era la mamma (che era come sono io oggi - aiuto sono come mia madre - piena di sogni ma con poca immaginazione).
Mio papà spegneva sempre la luce e mi raccontava grandi storie. Spesso semplicissime, sempre con il nostro amico immaginario inventato insieme (Luca Mazzetto - non chiedetemi perchè si chiamasse così, nessuno dei due si ricorda come sia spuntato fuori questo nome ma è indimenticabile), e sempre diverse.
Pietro (ormai il nome del nano è di dominio pubblico - non me ne voglia!) è sempre rapito dal nonno che con l'età fortunatamente non ha perso la sua capacità di inventore di storie e Luca Mazzetto è diventato Arturo che vive nella capanna nel bosco.
Ovviamente vorrei essere io quella capace di fare questo. Vorrei poter avere questa abilità, questa qualità... Leggere tanto apre le porte alla fantasia, ne sono convinta, ma saper "inventarsi" cose fantasiose è un dono.
E allora io continuo a prendere spunto e ultimamente sono follemente innamorata dei libri per bambini senza parole, ma con un mondo di immagini che danno libero spazio all'immaginazione, dando quell'input di cui ho tanto bisogno!
Si prende spunto ma si può raccontare sempre una storia diversa. Si può cambiarne le sfumature ad ogni lettura, si può inventare insieme.

Tra l'altro ieri mi sono capitate sottomano le parole di David Grossman dedicate alla storia della buonanotte, ed essendo assolutamente perfette per descrivere quello che credo sia il vero senso e l'importanza di addormentarsi cullati da una bella lettura, ve le riporto tali e quali:

"Se durante il giorno una sorta di pragmatismo impone ai bambini e genitori l'obbedienza ad un ritmo esterno, esigente e pressante (fai questo, non far quello, perchè l'hai fatto, mi avevi promesso che, se non fai questo...) ecco che il momento della storia-della-buonanotte crea una specie di bolla di vicinanza e tenerezza nella quale le tensioni possono dileguarsi, svanire, e i due complici della storia - il genitore e il bambino - hanno l'occasione di raggiungere un luogo primario e profondo dentro di sè, e anche dentro il legame fra loro. 
[...] E se per gran parte della giornata ognuno di noi è immerso nel proprio mondo, ecco che ora, insieme a nostro figlio, siamo invitati ad entrare in un mondo che non è solo del genitore o solo del bambino, ma è un luogo in cui entrambi godiamo dello speciale status di ospiti, di turisti di viaggio. La storia è una sorta di "luogo" in cui diventano legittime cose che non sempre trovano espressione come l'immaginazione e la fantasia. [...] Grazie al racconto l'ordine del mondo si sfalda. A un tratto tutto è possibile.
[...] Per il bambino l'inizio della notte è la partenza per un viaggio non facile e io spero sempre che la storia che gli ho raccontato lo accompagni in questo viaggio. Che protegga e sia per lui un ricordo piacevole da portare con sè, come un bacio sulla guancia."


Oggi è venerdì e si parla di libri grazie alla sempre seguitissima iniziativa di Homemademamma I Venerdì Del Libro e io vorrei presentarvene due senza parole, a mio avviso davvero bellissimi.
A voi la scelta di interpretarli e raccontarveli come più vi piace!







questo l'abbiamo trovato in biblioteca, è un pò più vecchietto!






Buona immaginazione!

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ieri Nina Simone avrebbe compiuto 80 anni. Io la adoro. Letteralmente.
Ascoltate qui and feeling good...



21 febbraio 2013

Il tuo nome

Io e papà è difficile che riusciamo ad andare d'accordo al primo colpo su qualcosa.
Ci amiamo tanto sì, ma non siamo molto simili (forse ci amiamo per quello?!). Forse te ne sarai già accorto da solo ma è più facile che io dica A e lui B di default.
Quando si tratta di te cerchiamo di dire sempre C entrambi perchè così vuole il manuale del bravo genitore, uniti e coerenti. Siamo squadra ma con teste diverse. E qui aggiungo meno male.

[Perchè, caro amore mio, cerca sempre il diverso che altro non è che una risorsa, ricordati che un'opinione differente può solo insegnare, specie in amore.]

Ma veniamo al perchè di questo post.

Tu hai un nome solo.
Fossi stata una femminuccia la lista era lunghissima e io e il tuo papà non eravamo assolutamente d'accordo. Ma sei un meraviglioso maschietto e ci hai semplificato le cose.
Sei sempre stato Pietro.
Non ci sono mai state discussioni a riguardo.
Maschio=Pietro.
Da sempre e soprattutto da subito io e tuo padre eravamo d'accordo. Completamente d'accordo!
Non abbiamo un motivo preciso per cui ti chiami così.
Non siamo andati a cercare i significati, nè tanto meno ci siamo affidati ai consigli altrui.
Non c'è nessun motivo religioso per cui abbiamo scelto di chiamarti così, sai che mamma e papà sono un pò due eretici. Fortunatamente non viviamo nel Medioevo.
Non ci siamo nemmeno posti il problema di come suonava con il cognome di papà. Doppia P. Ma secondo me suona benissimo.
E' un nome molto diffuso e lo sappiamo, spesso lo sentiamo per strada o al parco, ma tu sei sempre stato unico. Al nido e ora alla materna sei l'unico Pietro.
Non siamo stati ispirati da nessuno anche se è un nome portato molto bene da molti, specie nel passato, da Piero della Francesca, Rubens, Mondrian, Renoir, Pasolini e anche Peter Pan.

Non avremmo potuto fare altrimenti. Noi ti sentivamo così.
Senza dubbi, meta-riflessioni o grandi perchè.
Tu eri semplicemente tu e quindi Pietro.
Poi sei nato e per fortuna anche la faccia era da Pietro.




questo post partecipa al Blogtank di Donna Moderna

20 febbraio 2013

Complesso di Edipo dove sei?!

Lo so che mi vuoi tanto bene e che io sono la tua mamma. So che io e te siamo l'amore. So che sono importantissima e che se non ci fossi mi dovresti inventare.
Ma.
Il papà è un'altra cosa. Il tuo papà è sempre in cima ai tuoi pensieri. Il tuo papà è venerato.
Il papà è quello con cui può parlare di macchine, lui le conosce tutte.
Il papà è quello con cui preferisci giocare a calcio, "pecchè tu mamma insomma non sei tanto blava"
Il papà è quello che non dice mai di no al videogioco, anzi ci gioca con te, io invece non capisco e spesso mi oppongo per principio.
Il papà è quello che sa le cose.
Il papà chissà perchè quando racconta lui lo fa con un'enfasi che ti incanta.
Il papà è quello che non chiede mai le coccole. E visto che sei un orso è perfetto.
Il papà è pantofolaio, proprio come te.
Il papà è l'unico con cui leggi il libro dei pompieri.

Chiedi di papà non appena metti i piedi fuori dalla scuola.
Chiedi quando arriva papà ogni sera. E quando arriva sono grandi sorrisi e quel povero papà non ha neanche il tempo di togliersi le scarpe che te lo prendi tutto per te.
Se facciamo una qualsiasi cosa bella e degna di nota "chissà cosa dilà papà quando gliela laccontiamo"
Se ci concediamo una merenda in pasticceria bisogna portare un pasticcino anche a papà.
A papà piace il cioccolato e solo con lui si possono fare delle vere abbuffate.

E papà qui, papà là, papà mi detto, papà ha fatto...

Papà è un papà speciale e tu sei un bambino molto fortunato.
Vi amate alla follia e io non posso che esserne profondamente felice.

Ma hai mai sentito parlare del Complesso di Edipo, figlio mio?!





E adesso vi chiedo, anche i vostri figli preferiscono il papà vero?!
Ditemi di sì perchè mi sto riscoprendo un tantino gelosa... ;-)


15 febbraio 2013

il mio san valentino

Nel dettaglio questo è il resoconto di ieri, giornata degli innamorati:

Mio figlio ha l'influenza. Con tutto ciò che comporta. Del resto ho osato pensare una settimana fa che beh dai quest'inverno è andato bene, non si è ammalato gran chè...
Per fortuna c'è la suocera. Che però ha l'appuntamento con l'ottico che non può rimandare e quindi ti ritrovi a sgattaiolare fuori dall'ufficio per andare a fare da baby sitter al tuo stesso figlio che dorme a casa di tua suocera.
Poi lei arriva corri in ufficio e riunione di quelle difficili. Emotivamente difficili.
Poi torna a prendere il nano malato (anche se non sembra mai, ma come si fa?! io quando mi ammalo sono peggio di un uomo malato, ma ve l'ho già detto).
Arrivi a casa e decidi di fare una torta. Niente di romantico ma la panna nel frigo scade oggi.
La metti nel forno dopo aver creato un disordine allucinante e scatta la luce.
Non c'è verso di farla tornare.
E' saltata e non torna. E l'Enel ti dice che non può farci niente. E un elettricista di sera costa niente.
Così cena a lume di candela.
E poi storia a lume di candela e nanna.
La luce torna ma non in cucina. Forse c'era una perdita sotto il lavello e l'impianto in cucina è baganto. Ma anche trovato il problema non funziona più nulla. Frigo compreso.
Ripeto non ho più un frigo. Un frigo pieno. Un freezer pieno.
E un figlio. (del resto prima di avere un figlio nel frezzer ci tenevo solo i cubetti di ghiaccio per lo spritz. Ora ci sono cibi già pronti, pollo bio, pollo non bio perchè era in offerta (sono una un pò strana), spinaci, i miei famosi frutti di bosco  ecc...
A tutto questo oggi va aggiunto che ho speso circa 400 euro di tappezziere perchè non avevo alternative, non per piacere, e ho scoperto di avere una cisti ovarica o meglio un corpo luteo emorragico. (tà-tà). Quindi fermi tutti.
Prima di addormentarmi faccio al marito: beh dai, niente male come San Valentino (!)
Perchè oggi era San Valentino?
'Notte amore.

Però una cosa bellissima è successa, subito dopo aver letto la storia di Boscodirovo letta mano nella mano.
Bisogna fare una premessa: mio figlio non è proprio il più grande coccolone sulla faccia della terra. E' abbastanza un orso. E' più del genere pantofole - canotta bianca meglio se sporca di sugo - cosa si mangia. In realtà io me lo coccolo molto, spesso senza che lui se ne accorga, leggendo insieme, facendogli il solletico, semplicemente guardandolo. E poi quando proprio non resisto me lo mangio di baci. Ma fosse per lui le "cose smielose" sarebbero limitate allo stretto necessario. Proprio come suo padre. 
Ispirata da Gab (e lo ha domandato alle sue simpaticissime gnome anche Monica) gliel'ho chiesto anch'io:

IO: Ho una domanda per te
LUI: ...
IO: Cos'è l'amore?

LUI: io e te.

E di colpo tutto il resto del mondo sta a zero.
Perchè lui è un orso ma sa essere un mare di dolcezza, naturalmente, come è nell'essere bambino.

Mi sono sciolta. 
Proprio come i due chili di pollo che avevo nel freezer.

I'm so in love. 

14 febbraio 2013

l'elezioni (!)

Da quando ho il diritto di voto l'ho sempre fatto. Sono sempre andata al mio seggio e ho messo la mia crocetta. La prossima settimana sarà la mia quarta volta.

La prima volta fu il 2001 avevo 19 anni e fu una catastrofe. L'unica volta in cui il nano malefico vinse e governò per 5 anni. L'ho sempre sostenuto che i trentenni di oggi (allora alla loro prima votazione) sono una generazione veramente sfigata. I veri frutti del berlusconismo. E siamo contagiosi, le generazioni dopo di noi non sono messe meglio.
Ho sempre cercato di votare secondo ideali, o per lo meno mi convincevo che fosse così, senza essere pienamente cosciente ma seguendo un principio. Un mio modo di vedere le cose. Un pò sognatore forse ma è giusto così.
Non c'era facebook la prima volta che ho votato, un movimento come quello di Grillo non ci sarebbe stato perchè la rete non era quella di oggi ma avevo un nonno partigiano che mi ha insegnato tanto.
Ho sempre cercato di votare quello che più si avvicinava a me ma fondamentalmente da quando voto io voto contro. (Ed è in sè un concetto molto triste.)
Perchè se spesso dalla "mia parte" non so per chi votare, e provo a fidarmi e rimango ripetutamente delusa, so da che parte non voglio stare. E non c'entra la destra o la sinistra, ma l'uomo e la sua ideologia. Importantissima in politica. Non si può essere politico senza a mio avviso.
L'uomo che fa il politico dovrebbe dedicarsi a questo anima e corpo, con ideali e coscienza, come se fosse una vocazione. L'uomo a cui viene concesso il privilegio di poter fare bene deve fare bene. Ed essendo la nostra una democrazia, dove siamo tutti assolutamente e indiscutibilmente uguali, deve fare il bene di tutti.
Chi ha di più continuerà ad avere di più ma magari contribuirà meglio alla Cosa Pubblica. Perchè ci sono diritti intoccabili e sono quattro: la giustizia, la sanità, la scuola ed il lavoro, senza nessun ordine d'importanza. E chi si occupa della Cosa Pubblica ha il dovere di battersi, studiare, trovare la soluzione per garantire al massimo i nostri 4 diritti fondamentali. E' il suo compito. Ed essendo lui l'uomo della Cosa Pubblica deve dare il buon esempio. Sempre. Deve essere il giusto rappresentante dello Stato, quello laico e legale che ha senso civico.
Non sono tutti uguali ma molti sono simili. E questa non è antipolitica. Perchè la loro non è politica.
Non c'è attenzione, non c'è cura, non c'è lungimiranza, non c'è disinteressse. Perchè ecco, un politico dovrebbe essere sempre disinteressato. Libero. Senza interesse proprio alcuno a parte il bene di tutti.
Io credo fortemente nella Cosa Pubblica. Abbiamo la migliore costituzione del mondo. Eppure non riesco davvero a trovare un uomo politico degno di rappresentarla. Ce ne sono di bravi, corretti, magari qualcuno è anche disinterassanto ma tutti devono stare al gioco della politica italiana. Che per la cronaca hanno inventato loro. Tutti seguono il loro guru della comunicazione, tutti litigano, tutti disfano, tutti promettono e mi è difficile trovare coerenza, senso della comunità e amore. Per gli altri. Per la loro istruzione, per la loro salute, per la vita. Affinchè sia degna di essere vissuta in pieno. Affinchè tutti non perdano la fiducia. Per il semplice fatto che siamo persone senza distinzioni tu sì e tu no. Un politico non dovrebbe mai fare distinizioni. La politica dovrebbe appassionare, aprire il dibattito su temi concreti, insegnare ad essere coraggiosi e a guardare al futuro con speranza perchè c'è una rete di sostegno. Perchè siamo un gruppo unito. Perchè siamo un paese che può fare di più, perchè meritiamo di più. Perchè cazzo così non può continuare.
Obama ha iniziato qualche giorno fa il suo tradizionale discorso sullo Stato dell'Unione con le parole di Kennedy: "la Costituzione ci rende non rivali per il potere ma alleati per il progresso. Questo è il mio compito. L'America va avanti solo quando lo facciamo insieme". Beh è molto diverso da quello che si sente qui.
Senso di responsabilità di tutti, senso di coesione perchè è solo con gli altri che ce la possiamo fare.
E allora andiamo a votare anche quest'anno. Per chi è un mistero. Sempre seguendo il principio del tapparsi il naso. Al Senato, ancora più che alla Camera, non ti puoi neanche porre il problema. Al Senato darai un voto contro. L'unico che puoi dare, nella speranza di riuscire ad essere governati. Per non sprofondare sempre più.
E allora votiamo.
Per il meno peggio come sempre.


11 febbraio 2013

Sì sì, bello il carnevale



Venezia è una delle città più belle del mondo.
Non c'è ovvietà più vera.
Di Venezia mi piacciono le vie deserte, strettissime, con i muri consumati dall'acqua e i loro colori.
Di Venezia mi piacciono molto più le calli che i canali. L'acqua sì fa scena ma i campielli di Venezia sono ancora più belli.
Di Venezia mi piace che ci si va solo in treno. E noi ci abitiamo vicino quindi ci vuole proprio poco.
Di Venezia mi piace che si debba camminare.

Venezia è sicuramente faticosa con nani al seguito.
Non puoi farti il giro a bacari, nè tantomeno fermarti ad ogni bar per ombra e cicchetto .
Devi camminare sempre, convincere a camminare e se decidi ti portarti il passeggino sono tutti fatti tuoi. Una giornata a Venezia su e giù dai ponti e risparmi un mese di palestra.

Venezia non fa lo stesso effetto al marito.
Per carità, so che ne riconosce la bellezza, ma lo ha stancato, vista e vissuta troppe volte.
Aggiungi i motivi per cui con un nano non è il massimo e ti ritrovi un marito che appena esce dalla stazione mette il turbo e va. Tu arrivi e, nonostante le tante volte, ti incanti subito, vorresti andare alla velocità di una bradipo con il naso per aria e l'indice incollato alla macchina fotografica, e invece no. Gli devi stare dietro o lo perdi.
Noi a Venezia ci perdiamo sempre. Diciamo che un pò lo devi fare perchè è importante evitare i fiumi di turisti che si accalcano nelle quattro calli principali che portano a San Marco e al Ponte di Rialto. Un pò è inevitabile. Il senso dell'orientamento a Venezia scompare. Se non stai attento ti ritrovi chissà dove. Ed è proprio per questo che mi piace. Ogni volta mi sembra di essere in un posto diverso. Mi piace la zona di Dorsoduro con le sue calle strettissime e solo le case, nessun venditore di mini gondole o magliette I Love Venice, e neanche un'anima viva. Perchè i veneziani sono una specie in via di estinzione e si vedono davvero poco in giro. Anche dove il turista non arriva sempre.
Comunque, stare dietro al marito è un'impresa. Ogni foto scattata qui sotto è stata fatta di sfuggita con successivo scatto fulmineo per raggiungere lui che non si ferma davanti a nulla. Lui tira dritto. Non a testa bassa, semplicemente con un'andatura spedita. Della serie che bello però dai, andiamo. Venezia è l'unica a fargli questo effetto. Lui soffre il disorientamento. Se glielo chiedete non lo ammetterà mai ma è così. E quindi va spedito. Come se bastasse non fermarsi mai per non perdersi.
Comunque l'altro giorno abbiamo marciato per le vie deserte cercando di raggiungere la tanto venerata piazza San Marco perchè alla fine dei conti era carnevale e due maschere vuoi anche vederle.
Bene, lui me lo aveva detto (e infatti non è che fosse felicissimo di andarci): guarda che ci sarà un sacco di gente. Ma veramente tanta come al Redentore. E io, ma no dai!
E invece sì. Aveva tremendamente ragione.
Un oceano di folla, gente mascherata, gente assolutamente non mascherata, gente che avrebbe fatto meglio a non mascherarsi, gente euforica e gente annoiata, gente stressata.
Ovviamente Lui faceva parte di quest'ultima categoria.
Arrivati abbiamo fatto un giro rapido giusto il tempo di tirare coriandoli addosso a tutti perchè a carnevale si può, vai tranquillo ogni scherzo vale (per poi nascondersi dietro alle gambe di mamma il mio Cuor di Leone). Passano circa sei minuti e il marito ti guarda e ti dice il sole comincia a calare andiamo, torniamo a casa. (erano le 14.45 per la cronaca).
Quindi addio desiderio di fotografare tutto tutto tutto.
Muoviti in mezzo alla folla con marito davanti che apre la pista praticamente a spallate, tipo concerto, imprecando con tutti quelli che si fermavano in mezzo a fotografare (e io avrei voluto essere una di loro).
E per la gioia del figlio abbiamo preso il vaporetto. Sì perchè dovete sapere che da quando abbiamo messo piede a Venezia del carnevale al Piccolo Lui non poteva fregargliene più di tanto, coriandoli esclusi, ma l'unica domanda costante e ininterrotta era: "ma quando pendiamo la bacca?"
Alle 16 eravamo a casa.
Veloce (in tutti i sensi) ma intenso.
Mi scoccia dovergli dare ragione, bello il carnevale, sì sì. Però davvero troppo casino.
Venezia rimane sempre tremendamente bella.
















9 febbraio 2013

Perle di futura saggezza

Lui non c'è verso di farlo travestire, non gli è mai piaciuto. Mai voluto saperne di usare un lenzuolo come mantello o un cappello strano. Adora le capanne e i giochi di ruolo ma travestirsi non serve, facciamo finta. Però le maschere gli piacciono molto e alla festa a scuola c' erano paideme - alias Spider Man - e Bamman - alias Batman.

Il più bello era quello vestito da drago, mamma sai era popio come un drago. È poi allechino e la cameliera (si presume Colombina ndr) e il pantalone che gli dava le botte sul sedere con il bastone ma no sulla testa non si può (dio benedica le maestre).
E poi c' era M. che aveva un abito da pincipessa fata.

Ha detto un abito e non un vestito.
Ha classe il ragazzo.

8 febbraio 2013

è andata così

In questi giorni sono rimasta come sospesa. Non ho letto e non ho scritto qui, non ho voluto parlarne, ho inutilmente cercato di non pensarci.
Le cose non sono andate come speravo, non sono entrata in quello splendido 10% e non so come sto. Non lo so davvero. Un misto di incazzatura e delusione. Un amaro fallimento. Non nostro ma reale.


Siamo così fottutamente impotenti.

Non ci sono lacrime, non so perchè. Sono di ghiaccio.
Mi sciolgo solo per loro due.
In realtà sono certa che un bel pianto liberatorio mi farebbe molto bene.
Ma non arriva.

Mi circondo di cose belle, l'ho sempre sostenuto, sono piena di meraviglia intorno a me.