8 luglio 2014

Portogallo on the road - Lisboa


Ci sono viaggi che si sente il bisogno di fare. E non è il bisogno di staccare, è un bisogno molto più carnale. 
Quello in Portogallo erano anni che mi frullava per la testa. Come se ci fosse una specie di richiamo.  
Siamo partiti da Lisbona, il cui richiamo era il più forte di tutti, siamo passati per l’Estremadura, un po’ il suo interno e poi il suo infinito Oceano per finire con Porto che è stata una vera e propria sorpresa.
Fernando Pessoa sosteneva che “a melhor maneira de viajar è sentir” e così ho fatto.
Lisbona me la sono gustata, ammirata, assaggiata, percorsa e sentita percorrendo le sue strade, la sua luce, il suo fascino che ha un certo che di misterioso.



Perché è stata un' irresistibile attrazione che mi ha portata in questa città.
Sarà che ho imparato ad amarla attraverso i miei scrittori preferiti, Saramago e Pessoa, sarà che ne conservavo un ricordo magico di anni e anni fa, sarà che era tanto tempo che volevo perdermi tra le sue labirintiche, decadenti e coloratissime vie.



C’è una strana luce che invade Lisbona, il cielo ha le mille tonalità dell’azzurro, l’aria è leggera e sa un po’ di Oceano ma non troppo, potrei stare ore a guardarla dai suoi miraduro, la cucina è semplicemente deliziosa e la lingua che si parla per le strade è davvero intrigante. Obrigado, il grazie portoghese, è declinato al femminile e al maschile. E la trovo una cosa bellissima.
Un grazie che sa molto ma molto più di una cosa personale.


Il fantasma di Pessoa nel famoso romanzo di Saramago dà una semplicissima spiegazione a Ricardo Reis sul fascino di questa città: “Non dimenticare che siamo a Lisbona, da qui non partono strade”.
Ed è così. A Lisbona si ha la sensazione di essere arrivati.
Da una parte l’Oceano, dall’altra il fiume.
E la sensazione di essere giunti a destinazione e che qui possiamo godere di quello che c’è, da una parte sa profondamente di nostalgia, dall’altra ha il profumo della felicità.
Ed è esattamente così che mi sento in questo periodo della mia vita.
E Lisbona non poteva che essere la perfetta ambientazione.
Solo noi tre, anche se ormai quasi quattro, per l’ultima volta. 

Su e giù per le intricate vie del quartiere Alfama (il più lisbonese in assoluto), le sue case colorate, le sue scalinate, il suo odore di sardine alla griglia ad ogni ora del giorno, i santini sopra le case, le porte piccole piccole che ti viene il dubbio di essere un gigante, i muri decadenti a cui sono appesi tutti i panni di famiglia, così che puoi subito capire quali case sono piene di bambini e quali no, i gatti e le mille pastelerie.
Bisogna perdersi.





















E merita cercare di perdersi arrivando al miraduro di Santa Luzia. Magari una volta con la luce della mattina e una volta poco prima del tramonto. Non stanca mai. E l’Alfama vista da lì sopra, tutta insieme, è ancora più bella.






A giugno poi questo quartiere si trasforma in festa, prima per Sant’Antonio e poi perché si ha sempre un motivo per festeggiare, e così le strade sono ancora più colorate, grandi festoni appesi da un balcone all’altro, grandi griglie all’aperto e tanti e tanti tavoli dove tutti si ritrovano la sera e mangiano in compagnia. E così all’imbrunire tutti scendono in strada, cucinano sardine saporitisse e salatissime (una vera e propria droga), salsicha (salsicce) o bifana (panini con carne di maiale morbida morbida).














Il castello di Sao Jorge è un’altra tappa che merita assolutamente. Ci si arriva con una bella passeggiata (su su su) dal miraduro di Santa Luzia, ci si può arrampicare sulle sue mura (ancora su su su) o perdersi alla vista di tutta la città dall’alto, che va da Placa do Comercio fino al Barrio Alto, passando per il Chiado e Baxia,  fino a quella Lisbona vissuta da tanti ma dimenticata dalle guide turistiche.
Alberi e cannoni centenari, pavoni e giardini ben curati fanno da contorno.













Il day 1 a Lisbona ha visto anche la (cattedrale) maestosa, romanica e gotica insieme, costruita come altre in Portogallo sui resti di un’antica moschea e modificata sempre molto negli anni. Il tram 28 passa proprio lì davanti e tutt’intorno ci sono case le cui facciate sono un tripudio di azulejos variopinti. 
Ci siamo fermati per  un ottimo pasto, sano ma anche meno economico dei 5€ a piatto di sardine, al Pois Cafè che è un posticino delizioso con tanto di angolo con giochi e libri per bambini.












E poi il tram, il numero 28, che è più divertente di una giostra, che ti porta fino a Graca e poi giù fino alla bellissima piazza Rossio dove è obbligatorio mangiare i pasticcini alle mandorle (ma chi ama il cioccolato consiglia anche quelli) della Confeitaria National e girare indossando la maglietta di Cristiano Ronaldo che non ci siamo voluti togliere nemmeno per dormire.











Da queste parti si deve anche bere una ginja (liquore alla ciliegia), voi che potete come Lui, indipendentemente dall’ora, e lo dovete fare alla Ginjinha a Largo São Domingos. E poi tuffarvi nella vita del Barrio Alto senza però risparmiarvi la scalinata di Calçada do Duque (altrimenti non vale io e panza l'abbiamo fatta), con i suoi infiniti, lunghi e bassi gradini costeggiati da tanti piccoli negozi caratteristici e ristorantini forse un po’ ciapa turisti.





Il Barrio Alto sono certa che dia il meglio di sé in orari che per noi, con pargolo al seguito e panza, sarebbero stati proibitivi, ma devo dire che per un aperitivo o per un pò di tapas è perfetto. Se volete risparmiare non andate da El Gordo Tapas Bar, ho mangiato i migliori gambas al ajillo di sempre ma sono certa che in una delle mille tasca (specie di trattorie ottime e casalinghe molto ma molto a buon mercato) che c’erano in giro avrei trovato la stessa qualità a meno. Tutta colpa dei consigli della Lonely.
Anche qui festoni colorati ovunque, anche se non c’era la stessa atmosfera dell’Alfama, e porte piccole ma piccole davvero.




To be continued….


17 commenti:

  1. Come te sono attratta da questa città....a guardare le foto ci vedo un po' di Cuba, uno dei posti più magici che abbia visitato.....ed ho pure l'impressione che tra quei vicoli e quei ristorantini si mangi benissimo!

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    1. anch'io ci ho visto molto Cuba per certi aspetti, Napoli per altri e solo Lisbona in altri ancora.... Si mangiava da dio!

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  2. Mamma mia che ricordi! In Portogallo ci siamo stati nel "lontano" 2006, eravamo solo in due, ma eravamo pieni di progetti e di sogni da realizzare: la situazione lavorativa che si stava stabilizzando per entrambi e il primo, vero, desiderio di allargare la famiglia. Ho fotografato gli stessi scorci, e gli stessi palazzi, compreso il negozietto della Ginjinha (dio com'era buona...).
    Non vedo l'ora di leggere il tuo reportage da Porto, l'ho amata alla follia, forse più di Lisbona...

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  3. la bellezza di questo post è indescrivibile. Grazie, davvro, per avermi fatto rivivere quelle strade in cui sono passata sette anni fa.

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  4. devo scegliere una meta in Europa per ottobre.. e sono indecisa tra Parigi, Lisbona e Madrid... Il Portogallo mi sta affascinando sempre più...

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  5. MI hai fatto sognare con le tue parole e come sempre le tue fotografie sono magiche!
    Bellissime!

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  6. bellissima, anch'io ho una forte passione per Pessoa, non ho capito perchè non sono stata ancora a Lisbona. Il tuo post mi ha ispirato, foto-racconto bellissimo!

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  7. oh sì, tra le più belle in assoluto!

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  8. Sono stra-contenta di poter sbirciare nel tuo album di foto vacanziere..
    Lisbona non l'ho mai vista, non ho mai visto il Portogallo..
    Mi ispira molto, ovviamente, e quindi questo report che ci hai regalato mi piace un sacco..
    E poi le tue foto.. è vero sono tante, ma sono capaci di comunicare tutta una cultura e un'atmosfera.. ci sono i paesaggi, i dettagli, i colori, i cibi..tutto... insomma wow!
    Ma altro che Lonely.. sono questi i suggerimenti che mi piacciono! ;-)

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  9. Sono stata in giro e mi sono persa i tuoi post sul Portogallo. Meno male che li ho ritrovati, sono bellissimi. E questo, questo è speciale. So di non essere tanto normale :), ma leggendolo ho pianto. Ho ripensato alla mia Lisbona e grazie alla tua frase sul sentirsi "arrivati" a Lisbona, ho capito qualcosa in più del mio Erasmus di tanti anni fa. Ho capito perché quella nostalgia è sempre lì, in un angolo del mio cuore, e forse sarà lì per sempre.
    L'hai fotografata e raccontata in un modo meraviglioso. L'hai fatta rivivere davanti ai miei occhi. Grazie grazie grazie. <3
    Vale.

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  10. (se siamo in due messe così, io e la Valentina qui sopra, un motivo ci sarà)

    Grazie Cecilia, se vuoi spiegazioni, mi trovi di là a piangere un po'...

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