14 novembre 2014

oggi va così.


Quando ci arriviamo di solito il sole sta tramontando. E la prima cosa che mi viene in mente è quanto sia più limpido il cielo da quelle parti. Come se ci fosse più aria nell'aria.
C'è il Monviso così a punta che spicca, buio sotto, illuminato in alto. La riconoscerei tra mille quella montagna, così più montagna di tutte quelle intorno a lei.
Di solito mi godo lo spettacolo sapendo che ha un prezzo. Per assistervi vuol dire che staremo dai miei. L'ho già raccontato, spesso sono più felice di partire che ti arrivare. Ma torno sempre, un pò perchè devo, un pò perchè voglio.
Ultimamente non so cosa darei per averli qui con me. I miei intendo.
Le cose vanno così così, Urletta urla, io ho la lacrima facile e l'altro fa il ribelle.
Per quanto io sappia che ce la sto mettendo tutta, che le mamme perfette non esistono, che è normale - porta pazienza - passerà e bla bla bla quando lei urla e io non riesco a calmarla tutto dentro scricchiola un po'.
Eppure Lei è così. Tanto splendida con quegli occhioni spalancati quanto isterica.
Potremmo dire dolcemente complicata per fare la citazione.
Lei piange, o meglio lo ribadisco, urla con le lacrime a volte per ore. Fondamentalmente è stanca ma non riesce a lasciarsi andare. E non direi che sono coliche o altro, lei è semplicemente agitata. E lo dico con cognizione di causa, la osservo tanto, io credo in Tracy Hogg.

Oggi il cielo era azzurro. Ma azzurro azzurro. Come si vede raramente da queste parti.
Di quell'azzurro che mi ricorda Roma, quella Roma che ho vissuto voracemente, incasinata e bella, quasi sempre incorniciata da un cielo così.
Oggi sono nostalgica. Poco da fare.
Sono uscita come sempre troppo tardi rispetto ai miei piani e non ho fatto tutto quello che c'era da fare.  Perchè io e Lei non abbiamo orari. Non abbiamo routine. Lei il libro di Tracy Hogg non ha voluto leggerlo.
E spesso si incazza. Non c'è termine migliore. E le mie braccia non le bastano.
E io un pò mi sento inutile.
O sbagliata.
Dipende.
Riposata sono riposata.
Lei di giorno urla e non dorme. Di notte sviene, sfinita. E pure io.
Beh allora, direte voi.
E' che di giorno c'è anche lui. Non proprio tutto il giorno - benedetta scuola - ma abbastanza.
Sembrava stesse reggendo bene il colpo ma cominciano i primi segnali di cedimento. E sono tosti.
Perchè non si ritrova solo una sorellina, ma una sorellina che urla ininterrottamente. E una mamma che non sempre riesce a calmarla.
E' inevitabile che gli manco.
Lui  manca da morire a me.

Lui, grande, quando c'è c'è. Specie per Lui, piccolo.
Però basta, non ho altri aiuti.
La suocera al piano di sopra non è invadente, è invisibile.
Mai una volta che mi abbia tenuto la iena per lasciarmi fare una doccia in pace. O che mi abbia preparato la cena per nutrirmi.
Fa la nonna giusto mezz'ora il martedì e il giovedì. Quarantacinque minuti per la precisione. Tempo di andare a prendere l'altro all'allenamento, lavarlo, vestirlo e tornare a casa. Passo da Urletta ad uno spogliatoio di bambini esagitati, madri impazzite, fango e vapore. [Sì ha iniziato calcio. No io non ero d'accordo. Sì rimpiango uno spogliatoio così.]
Ho dovuto chiederglielo.
Io non so chiedere aiuto. Come se dovessi dimostrare forse più a me che agli altri che ce la posso fare, che sono autonoma. E se non chiedo io da queste parti nessuno si offre spontaneamente. E forse è anche per questo che non chiedo. Eh sì, sono pure orgogliosa oltre che pirla.
E dire che la sente urlare un bel pò. Siamo proprio sotto di lei.

Va beh sono partita dal Monviso semplicemente perchè so che se mia madre fosse qui sarebbe diverso. Perchè a lei so chiedere, perchè lei si offre, perchè lei riconosce le difficoltà e so che ci sarebbe, anche se alla fine non siamo mai state tanto in sintonia.
Mia madre sa dimostrare di volerci bene, meglio di quanto io lo dimostri a lei.
Ovviamente sarebbe più semplice se lei vivesse qui. Se avesse una casa sua e una vita sua, non ospite fissa in paese straniero come succede quando viene a trovarci.

Oggi va così. Malinconia e nostalgia. E quando mi sento un pò sola penso al Monviso.
Alla sua punta e a quella luce che sembra far finire il mondo lì, contro quel mare di montagne.

26 commenti:

  1. oh a allora e' un fatto diffuso, questo dei nonni invisibili...massima comprensione.
    Urlettaaaaa dai un po' di tregua alla mamma!!!

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  2. Non sentirti sola... per quel che vale, ho riconosciuto molto di me, di noi nel tuo post. Un po' x Tracy Hogg che ho letto, studiato e sottolineato in gravidanza... e accantonato con frustrazione il terzo giorno di vita del Carciofino. Un po' perché so come è terribile averli in braccio mentre piangono disperati e sentirsi impotenti, sfiniti e inutili. Un po' perché anch'io ho una suocera inesistente sullo stesso pianerottolo. Per fortuna mia mamma (santa mamma!) abita vicino ed è sempre con noi ma questa cosa della suocera che non si offre mai di aiutare non mi va proprio giù, ecco

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  3. Non male come posto in cui rifugiarsi quando ci si sente soli e nostalgici. Ti capisco perfettamente, anche se per motivi diversi, quando vorresti i tuoi vicini. Ci sono occasioni in cui anche i loro difetti più grandi sono nulla in confronto all'affetto che sono in grado di darti, e solo loro possono darti.
    Consoliamoci pensando che saremo altrettanto importanti per i nostri figli, se ce la giochiamo bene ;)
    Un abbraccio e una carezza a urletta.

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  4. Ti capisco, tanto. A dire il vero, i miei suoceri sono fin troppo presenti, spesso il loro aiuto mi infastidisce anche se mi fa comodo. Mi è capitato di rifiutarlo, perché come te sono un po' orgogliosa e un po' pirla. E sono gelosa, tanto, del mio bambino. Il fatto è che non sono i miei genitori, e anche io rimpiango tanto di non averli vicini…salvo poi litigarci quando diventano ospiti fissi per qualche giorno. Tracy Hogg, dal mio punto di vista, è quanto di più svilente una mamma alle prese con un neonato possa leggere.

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    1. sono in parte d'accordo con quello che dici, alla fine se presa con le pinze e soprattutto come metodo e non regola a me la Tracy piace. E' fondamentalmente il suo concetto di osservare e rallentare i ritmi che mi piace...

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  5. Uh immagino tu abbia già provato con la fascia o marsupio ecc.?

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  6. secondo me urla tanto perchè è femmina! tutta la mia solidarietà e comprensione! ti capisco e aspetterò con e con torni il sereno!

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    1. anche secondo me! infatti lo dicevo io che era meglio un altro maschio!!!! ;)

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  7. Anche la mia era così...le femmine sono "streghe"....piangeva tantissimo, aveva paura ad addormentarsi, aveva paura quasi di tutto e faceva già l'isterica-nevrotica a due giorni di vita, soprattutto quando era stanca morta e non voleva/riusciva a prender sonno.
    Tracy Hogg era stata la mia Bibbia. Mi ha insegnato tantissimo e senza lei forse non l'avrei gestita così, ma sarei finita dritta al manicomio.

    Ceci, chiedi aiuto, bussa alla porta di tua suocera e lanciagliela tipo palla da Rugby. Un'ora al giorno, basterebbe. Provaci almeno una volta, senza dar giustificazioni di quello che devi o vuoi fare. "Grazie e a tra poco!"

    Ti abbraccio
    Marta

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  8. Quindi vorresti dire che quando mia madre dice che vorrebbe trasferirsi qui, da Roma, in previsione dell'arrivo di nipoti, ha ragione?? Le devo dire di sì?? :-O
    A parte gli scherzi, che poi non sono scherzi ma è la verità, questa suocera non la capisco proprio.. Possibile che non le viene spontaneo offrire aiuto? :-(
    Mi dispiace e ti capisco, perché anche io aiuto non lo chiedo mai.
    Tua mamma non si può trasferire da voi anche solo un paio di settimane?
    Scusa il consiglio banale, ma mi sembra di capire che ti farebbe piacere..
    Urletta sei tremenda, mi ricordi tanto mia sorella Arianna.
    Guarda che poi tuo fratello da grande si vendicherà! :-)

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    1. se si trasferisce in una casa sua si! assolutamente! Mia mamma lavora e fa già i salti mortali per vedere i nipoti, sono certa che soffre molto più lei la lontananza di me!

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  9. Anche io ho i genitori lontani e la suocera vicina...sono già un pò impensierita su come gestirò tutto...però credo che a volte in casi estremi l'orgoglio è meglio buttarlo dalla finestra e mollargli Urletta per un pò di più....giusto il tempo per riprenderti e ritrovare lucidità...ti mando un abbraccio forte, non posso capire, ma forse immagino....tieni duro!!!

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    1. tu adesso non ci pensare!! un abbraccio grande a te e panciotta!

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  10. Chiedi aiuto. Metti da parte l'orgoglio, ingoia il senso di colpa ed inadeguatezza e capesta un po' il tuo ego, chiedendo aiuto a questa suocera. Lei non morirà ad aiutarti, tu non morirai a chiederlo e urletta non patirà. Vedrai, aiuterà! Oppure chiedi a Lui grande, di farlo per te. È' suo figlio, in fondo, spetta a lui. E poi non bisogna aver paura di mostrare la nostra debolezza (che poi non è tale) al nostro compagno di vita.
    Il Monviso mi ha affascinato per cinque lunghi anni.
    Per il resto, il rapporto con la propria mamma e' sempre diverso, c'è tutta un'altra comprensione, anche quando non si e' in sintonia perfette, non c'è dubbio.

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    1. Lui grande ha un pessimo rapporto con sua madre, penso che sarebbe ancora peggio! e poi fondamentalmente il problema è che mia suocera lo farebbe controvoglia e quindi passa la voglia anche a me di chiederle.... Il Monviso non può non affascinare... Ti abbraccio forte

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  11. mi hai fatto ricordare che una dei primi giorni in cui marta era a casa io, in preda al panico-stanchezza-disperazione ho abbassato la testa e in lacrime ho telefonato a mia mamma per chiedere aiuto..io che non chiedevo mai, che sapevo e so cavarmela da sola, che non voglio l'appoggio di nessuno. Forza ce', se serve chiama, grida, perché son momenti delicati, e non è che poi qualcuno ci premia se abbiamo fatto da sole. Impariamo lo stesso anche chiedendo ;-)

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  12. Sei in ottima compagnia credimi e sapere di non essere l'unica, il problema non lo risolve ma aiuta, primo perché chi ci e' passato o sta passando, ti dice quello che tu non vuoi sentire ma che invece fa la differenza, e cioè che passa e poi ti toglie quel senso "se piange e' perché io non sono capace" e pure quel senso di colpa che avrai da qui a vita per non dedicarti abbastanza a tutti e due... Parole incoraggianti non te ne dico, perché questo che sta e stiamo vivendo e' vita e per la vita il coraggio viene da se! La tua lei come mi ricorda la mia!!! Che tra l'altro urla ancora oggi a 18 mesi!

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  13. Cara Serena, la situazione forse l'ho dipinta peggio di quello che è, io sto abbastanza bene, un pò dispiaciuta quando provo e non riesco ma comunque in forma! Sicuramente lo sarei di più se avessi un aiuto, ma piano piano imparerò a farmi furba e chiedere senza remore... Un abbraccio a te!

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