4 dicembre 2017

5 giorni a Tokyo


Ci sono viaggi che desideri fare da sempre. E poi riesci a farne un pezzettino. Ti rimane un gusto in bocca buonissimo e ne vorresti ancora e ancora, ma prima o poi ancora sarà.
Così è stato, ci siamo concessi una settimana a Tokyo, solo noi due, lui ci ha messo dentro un impegno di lavoro e io tutta la mia voglia di Giappone. Perchè se Tokyo sono riuscita a girarla molto bene, con una media di una ventina di km a piedi al giorno e altrettanti di su e giù dalla metro, ci sarebbero state ancora un sacco di cose da fare, vivere, vedere e godersi. E poi davvero, intorno a questa distesa di palazzoni e via vai di gente sono certa che ci sia un mondo incredibile, che prima o poi il Giappone intero me lo dovrò assolutamente assaporare.
Dei Giapponesi ho sempre amato la cucina e l'arte in particolare ed ero certa che sarebbe stato, anche se breve, un viaggione. Non mi sbagliavo.
Non vi posso raccontare Tokyo come se fossi una guida perchè sarebbe davvero difficile, molte strade le abbiamo prese a caso, molte altre non le abbiamo trovate quindi non sarei tanto affidabile. Una cosa è certa: Tokyo è da vedere ma è soprattutto da vivere, perchè è davvero diversa da tutto quello che conosciamo, lo è soprattutto nella gente, nei loro modi di essere e manifestarsi.
Ci vorrebbero tanti anni e tanti viaggi per comprenderla davvero e, anche per una come  me, che prima di andare in un qualsiasi posto compra guide, legge  e cerca di immaginarsi lì, Tokyo è stata davvero una sorpresa.
Noi ci siamo stati a metà ottobre, ha fatto un giorno di sole e caldo e uno di pioggia battente, per il resto il cielo era grigio, l'autunno era alle porte ed i suoi colori ancora timidi, insomma come da noi. Il nostro albergo era enorme e soprattutto altissimo, per cui arrivare in una camera al 32esimo piano e vedersi una distesa senza fine che Manhattan in confronto è un quartiere di periferia è un'esperienza che consiglio vivamente, anche se come me di solito preferite alberghetti più intimi e appartati.


La cosa che mi ha colpito di più della gente di Tokyo è la loro estrema gentilezza e riservatezza. Il sorriso è sempre il primo sguardo che ti viene rivolto. In Giappone non ci si dà la mano ma ci si saluta e presenta sempre con un inchino la cui profondità dipende dal grado di rispetto che si offre alla persona che si ha davanti. A 90 gradi di fronte al loro amatissimo imperatore, per intenderci. Per cui tutti, appena ti rivolgi a loro, saluti o ringrazi, s' inchinano di fronte a te. E' un gesto bellissimo.
Tutto vi viene porto con due mani, dando come una sorta di importanza e di rispetto anche a ciò che ci viene dato, non appoggiate mai una carta di credito o dei contanti su di un bancone e ancora meno direttamente nelle mani di un cassiere, ma sempre con due mani nell'apposita vaschetta che si trova alla casa.
Fate la coda, loro la fanno sempre. SEMPRE. Nessuno supera, nessuno ti passa davanti e appena usciti da un treno della metro si formano queste code infinite automaticamente e tutti si allineano, come tanti soldatini. Nessuno si distrae e rallenta gli altri. E non ci si lamenta delle code. Volete che vi dica la verità? Così si fa prima, l'ordine e la disciplina molto spesso fanno risparmiare tempo e fanno evitare gli intoppi, dovremmo ricordarcelo. Tutti insieme nel rispetto degli altri, loro fanno così e funziona.


E' la città più pulita che io abbia mai visto e allo stesso tempo è la città con meno cestini della spazzatura che io abbia mai visto. Intanto non si può fumare per strada e non lo fa davvero nessuno. Ogni tanto ci sono delle smoking area, delimitate con tanti posaceneri. La cosa più lampante è proprio la strada pulita, senza nemmeno un mozzicone per terra, non siamo abituati e non ho mai davvero realizzato quanti ce ne siano da noi ma la loro assenza lì è lampante. Però puoi fumare in moltissimi bar e ristoranti. Basta che usi il posacenere e non sporchi.
E non trovi nemmeno un pezzetto di carta o altro per terra. Tutti si mettono tutto in tasca e le svuotano a casa. Cestini se ne trovano pochissimi, spesso dove ci sono le macchinette che a Tokyo erogano qualsiasi cosa, dal caffè bollente in bottiglia al sushi, dalle bevande con scritte incomprensibili al portachiavi di Picachu.
La pulizia è importantissima per loro, a scuola ogni mattina sono gli stessi bambini e ragazzi a pulire l'aula prima di iniziare la lezione, i sacerdoti dei templi puliscono aiutati da chi arriva per primo a pregare, ci sono spazzini e lustratori ovunque, compreso quello che pulisce con un panno il corrimano della scala mobile della metro.



Poi c'è lo street food e vi assicuro che l'hccp non lo supererebbero neanche corrompendo il ministero della sanità. Sono contradditori, ma lo sono solo per noi e per quello a cui siamo abituati noi.
In metropolitana nessuno parla al telefono ma tutti hanno lo sguardo lì, a quell'aggeggio malefico, sembrano tutti soli, nessuno parla con nessuno e tutti sono vestiti uguali, pantalone o gonna blu per le donne e abito sempre blu per gli uomini. Distingui il loro livello professionale solo dal taglio dell'abito, ma ti devi anche impegnare per capirlo. Ci hanno raccontato che spesso finiscono di lavorare troppo tardi (lavorano tanto, tanto,tanto - 10 ore sono le nostre 8) e non sanno come tornare a casa, i treni dopo le 22.30 sono pochissimi e siccome vivono quasi tutti fuori Tokyo e gran parte della loro giornata la passano su mezzi pubblici per partire e poi tornare da casa, per cui quando non è fattibile rientrare alla base vanno a dormire in quegli hotel di cui abbiamo letto in qualche rivista, i capsule hotel, dove ti danno un letto, lenzuola pulitissime, un mega schermo sopra il letto e una doccia con lo shampoo. E costa poco e loro ne sono grati. Sicuramente la claustrofobia non è un loro problema.


E' una città molto sicura, non ci sono furti, una donna può girare ovunque e a qualunque ora da sola senza nessun timore e si vede pochissima polizia. Non esistono nemmeno gli anti taccheggio nei negozi, per dire. E' un fattore culturale, le conseguenze per chi commette reati sono pesanti e nessuno corre il rischio.
Quasi nessuno parla inglese, e non me lo aspettavo. E quando dico quasi nessuno intendo che sono davvero molto pochi, tanto che il tassisita che non ti capisce per aiutarti chiama sua sorella che parla qualche parolina di inglese a livello elementare e te la passa così che tu possa spiegarle meglio dove vuoi andare. E li vedi molto dispiaciuti di non saperlo, come se fosse una mancanza di rispetto nei tuoi confronti.
Un'altra cosa che dovete ricordarvi se capitate a Tokyo è che le porte dei taxi si aprono e si chiudono da sole, non provate ad aprirvele autonomamete perchè questa è una delle poche cose che potrebbe farli arrabbiare. Inoltre se dovete girare tanto vi conviene la metro, primo perchè c'è un mondo nei sotterranei di Tokyo e sono tutti lì, secondo perchè è comodissima. Ci metti un pò a capire il meccanismo di lettere, numeri e colori con cui sono denominate ma appena ti entra il meccanismo diventa semplicissimo. Per prima cosa dovete farvi una tessera ricaricabile che passate a delle macchinette automatiche ogni volta che prendete un treno o fate un cambio. Ci sono più compagnie che gestiscono metro e treni quindi questo è l'unico modo per non impazzire ogni volta cercando di capire a chi dovete pagare. Si fanno i km a piedi anche per andare a prendere un treno sotto terra, ma come vi dicevo ne vale la pena.
Poi ci sono i templi ed i giardini. Come catapultarsi in un altro mondo ancora. I giardini ornamentali sono curatissimi, pieni di uccelli cinguettanti, acqua e silenzio. Quello che mi è piaciuto di più è vicino allo stadio del baseball, si chiama Koishikawa Korakuen, ed è davvero un'oasi verde di pace piacevolissima.



I templi shintoisti sono poi un luogo magico. Intanto per arrivarci si passa attraverso piccoli sentieri circondati da boschi, perchè lo shintoismo è il culto degli spiriti naturali, non c'è un Dio, ma tutto ciò che è natura è divino, degno del nostro massimo rispetto, e per questo nulla si può toccare intorno ad un tempio, le piante non vengono potate, le foglie non vengono raccolte e nulla viene intaccato, perchè sacro e libero di crescere. E' una meraviglia. I templi poi sono semplicissimi, di legno e senza sfarzo o decorazioni. Non sono da confondersi con i templi buddisti che sono molto numerosi e che invece sono vivaci e pieni di addobbi. I turisti non possono entrare dentro i templi ma tutti possono accedere alle altre sue parti, i giardini, le piazze. C'è sempre un grande albero che è il simbolo di quel tempio intorno al quale vengono appese piccole tavolette di legno dove i fedeli possono scrivere la loro preghiera.
Mi sono ritrovata nel tempio dove si raccolgono le donne che cercano un figlio e nei loro occhi per l'unica volta durante questo viaggio ho visto me, quella che ero quando cercavo, perchè ci sono dolori che sono universali e che ci rendono così uguali.


Il santuario che ho amato di più è stato quello di Mejii Jingu ed è una delle cose che non ci si può perdere. Sono stata anche nel quartiere di Asakusa, dove si trova il templio buddista Sensoji e la sua pagoda di cinque piani, qui si respira l'incenso per scacciare le malattie e tossire però per mezz'ora. Se siete fortunati come me potreste anche assistere ad una danza del dragone che ho così scoperto non essere una cosa solo cinese. Di fronte al tempio, passando sotto la porta di Kaminarimon, c'è la famosa e affollatissima strada Nakamise-dori piena di bancarelle con negozietti tipici, da stampe di Hokusai a Hello Kitty di tutte le forme e dimensioni, altra cosa da vedere. Vi consiglio di salire all'ottavo piano dell'ufficio informazioni che si trova lì ed è un palazzo architettonicamente bellissimo, per ammirare la vista, dal tempio, al palazzo della birra di Stark alla torre altissima (600m) delle telecomunicazioni.


A piedi da qui potete arrivare al parco Ueno con tutte le sue enormi piante acquatiche e il suo laghetto dove pedalare a bordo di cigni rosa. Qui poi c'è il quartiere di Yanaka, uno dei pochi sopravvissuti ai bombardamenti (perchè Tokyo è tutta nuova) con case basse, sgangherate, e un cimitero immenso che lascia davvero senza fiato. La cremazione è obbligatoria e per questo motivo quando si muore si viene seppelliti tutti vicini, uno accanto all'altro.



Mi stavo dimenticando di dirvi altre due cose che mi hanno lasciata di stucco: innanzitutto mi aspettavo un traffico pazzesco. E invece no. Credo che Padova a volte possa essere peggio. Per carità le strade sono tutte molto grandi ma nessuno gira in macchina. Sono tutti a piedi e tutti nei sotterranei, dentro le metro. Le strisce pedonali sono larghe minimo 30 metri e le folle di persone (bambini compresi che fin da piccoli vanno e vengono da scuola a piedi da soli, tutti con la divisa e il nome stampato sulla giacca) le attraversano in continuazione. Del resto a Tokyo puoi possedere una macchina solo se hai un garage ed essendo una cosa di pochi ricchi nessuno ha un'auto.
L'altra cosa è la mascherina che portano davvero in tanti. Non è per proteggersi  dall'inquinamento ma chi la indossa ha semplicemente il raffreddore. E' un gesto di rispetto, se non sei in piena forma tuteli gli altri senza infettarli.

Torniamo a noi, che qui sta diventando un poema... Le luci, gli stimoli luminosi e i mega schermi, sono quasi ovunque e che sia giorno a notte sono pazzeschi. E' quando tramonta il sole (e alle cinque del pomeriggio è già buio) che però danno il meglio di loro e allora quartieri come Shibuya, Shiniijuku e Akihabara diventano dei veri e propri parchi giochi, sembra di passeggiare alle giostre.


Shibuya è famosa per avere il più grande e popolato incrocio del mondo, strisce pedonali che partono da cinque strade diversen e per la statua del cane che per dieci anni aspettò il suo padrone alla fermata della metropolitana anche se lui era morto, e lo Starbuks dove dovete entrare perchè l'incrocio visto dall'alto della sua vetrata merita davvero.
Akihabara, la città dell'elettronica, la parte più stramba e verrebbe da dire malata passatemi il termine della città, è un insieme di palazzoni dedicati a tutto ciò che è manga, videogiochi, computer ecc... piani e piani di apparecchi, pupazzi, sale giochi scioccanti, dove li vedi seduti come a delle slot machine, tutti in solitaria, circondati da stimoli luminosi che se ci provassi io penso che non dormirei per mesi, musica insopportabile e sguardi spenti. Per non parlare di tutti i pupazzi e i giochi erotici che si trovano, perchè va detto, queste loro figure femminili così bambinesche e al contempo erotiche sono un pò morbose o quanto meno danno l'idea di una sessualità parecchio malsana...
Shinijuku è un mix di luci al neon e insegne luminose, musica forte e al contempo di street food buonissimo, nella zona est si trova infatti Omoide Yokocho, una stradina piccolissima dall'atmosfera favolosa, un ristorantino dietro l'altro, delle dimensioni di un corridoio, con il bancone che cucina e una decina di sgabelli davanti. C'è quello che ti cucina il maiale in ogni sua parte, quello che fa il pesce alla griglia, quello che fa solo spiedini di pollo. E nessuno parla inglese quindi non sai bene cosa mangi. Però è buonissimo, ma veramente buonissimo! Ci siamo finiti per sbaglio, stavamo cercando di arrivare a Golden Gai, un dedalo di stradine dove la tipologia di locali è la stessa ma non si cucina e invece si beve seriamente. Bar microscopici, con massimo sei posti, dove ti siedi e incontri di tutto, turisti come te o giapponesi ubriachi che solo in questa condizione diventano più espansivi e sciolti e riescono anche a parlare qualcosa di inglese. Mille punti a questo piccolo quartiere. Bevete una cosa in più baretti e non offendetevi se da alcune parti a voi che siete stranieri fanno pagare una tassa per lo sgabello oppure vi dicono direttamente che non vogliono nessuno che non parli giapponese.





Rimanendo in tema di street food da paura andate al mercato del pesce di Tsukiji così che potrete assaggiare ogni tipo di pesce crudo e cotto, grigliato e bollito in ogni modo. Anche qui, fate un sorriso, indicate cosa volete, non chiedete cos'è non sanno spiegarvelo, fidatevi del vostro istinto e poi fate fare a loro. Qui c'è anche un negozio di ceramiche, piatti e ciotoline (loro usano mille ciotoline per ogni cosa che sono una goduria per gli occhi!) che ve le imballa benissimo e arrivate a casa dopo dodici ore di aereo che sono perfette.




Vicino al mercato del pesce c'è un giardino bellissimo, Hama-rikyu Onshi-teien, dove potrete perdervi tra alberi altissimi, prati e laghetti, bere un tè buonissimo in una palafitta di legno dove togliersi rigorosamente le scarpe prima di entrare, il tutto circondati dai palazzoni del quartiere Ginza, il quartiere delle boutique di alta moda e di tutto ciò che noi occidentali abbiamo portato lì. Le boutique sono degli interi palazzi altissimi, tutti diversi, tutti di design e tutti inavvicinabili.



Vicino al santuario di Meiji-jingu invece potete trovare invece tutto ciò che è moda giapponese, da negozi bellissimi di designer locali a bancarelle di streetwear dove comprare di tutto a prezzi stracciati. Nulla di minimal, tutto molto divertente, colorato, eccentrico.


Per quanto riguarda i musei invece vi consiglio vivamente il museo d'arte Mori a Rappongi, che non ha esposizioni permanenti ma continue mostre di arte contemporanea. Inoltre tutto il quartiere è da vedere, si tratta di un esperimento sociale interessante, si tratta infatti di una vera e propria città di misure ridotte, case, uffici, giardini, negozi, ristoranti, scuola tutti concentrati in un'unica grande area pedonale e molto particolare dal punto di vista architettonico.
Rappongi è anche molto divertente la sera, quando Tokyo si trasforma.
Da vedere poi c'è il Centro Nazionale delle Arti di Tokyo, anche qui nessuna permanente, abbiamo visto una bellissima mostra dedicata a Tadao Ando, l'architetto che ha fatto anche Punta della Dogana. Questo posto vale la pena solo per com'è. Una facciata immensa di vetro ondulato e all'interno dei giganteschi coni di cemento rovesciati a contrasto con le pareti di legno, insomma, bellissimo e l'ideale se fuori piove.


Ma finiamo di parlare della cosa più importante di tutte: il cibo. Come vi ho già detto mettete da parte tutto ciò che vi rende schizzinosi e semplicemente buttatevi, c'è un mondo di sapori sconosciuti che dovete provare. Non so consigliarvi ristoranti perchè i migliori hanno nomi scritti in giapponese e menù incomprensibili quindi semplicemente fidatevi. Il sushi si può mangiare ovunque e non ha niente a che fare con il quello che si mangia qui, non solo per il gusto ma per il tipo di pesce che si mangia, per come si mangia, perchè se le bacchette si usano ovunque il sushi si mangia esclusivamente con le mani. Nei ristoranti di sushi si pende poco, ci si deve togliere per forza le scarpe, e le luci sono molto forti perchè devi vedere bene cosa mangi, non c'è nessun ambiente raffinato nè musica sofisticata. L'uso della salsa di soia va molto ridotto, si deve immergere solo la punta della parte di pesce e mai il riso così da non intaccare troppo il suo sapore. Il più buono e particolare l'ho mangiato proprio vicino al mercato del pesce di cui vi parlavo prima, non so trascrivervi il nome ma è famoso perchè il proprietario qualche anno fa all'asta dei tonni che si tiene alle 4 di mattina tutti i giorni, ha comprato il tonno più caro e presumo più grande del mondo pagandolo più di un milione di euro. Cercatelo con l'aiuto di google ;)


Poi si mangia carne di ogni tipo e soprattutto ogni parte dell'animale, ho visto gente a questo proposito mangiare occhi, cartilagini (queste credo di averle mangiate anch'io) e anche una testa di tonno. Ho mangiato shabu shabu che è una carne bollita in un brodo di noodles, funghi e verdure (alcune di cui ignoravo l'esistenza) che ti trovi al tavolo con relativa piastra ad induzione per cucinarla. Ma in ogni caso mangiate in giro, si mangia ovunque, a qualsiasi ora e qualsiasi cosa, zuppe caldissime e buonissime, tempure degne di questo nome e spiedini con salsa improbabili. Una delle cose che mi è piaciuta di più solo le palline di pesce, preparate con stampini di silicone, con un impasto che viene preso da un enorme bidone che sembra quelli della spazzatura e bocconcini di pesce crudo dentro. Bollenti e economicissime, le migliori sono quelle che ho mangiato fatte da una ragazza ninjia che le riusciva a fare con due stecchini ruotandole velocissimamente davanti a noi al mercato di Ameya-yokocho.
Fuori dai ristoranti potete vedere quello che propongono con vetrinette piene di riproduzioni in plastica dei piatti, kitsch e bellissime allo stesso tempo. E se volete comprarvi una ciotola di ramen plastificata basta andare nel quartiere di Kappabashi dove potete anche acquistare tutto quello che riguarda la cucina, dalle loro meravigliose ciotoline, le padelle e soprattutto i coltelli.


In ogni caso è davvero vero: non si riesce a mangiare male a Tokyo e se vi rifugiate in uno di questi microscopici localini non sarà solo un'esperienza culinaria ma una vera e propria esperienza di aggregazione.
Ah, poi i water. Con bidè incorporato, musichina di sottofondo e deodorante, tutto molto tecnologico, tutto premendo solo un pulsantino. E la tavoletta si riscalda a contatto con le chiappe. Dubito ci siano problemi di stitichezza in Giappone.
Altro consiglio (scusate butto giù tutto un pò a caso, ma vi avevo avvisati): noleggiate un wiifi portatile o sarete fuori dal mondo e senza google maps non ce la puoi fare.
Per finire leggetevi il libro de La Pina - I love Tokyo, vale più di mille guide. E seguitela su IG Stories in questi giorni, è in Giappone per scrivere il prossimo libro e sta facendo un viaggio bellissimo.

Sayonara a voi.




Non volevo pubblicare questo post perchè le foto sono terribili. O meglio non sono le mie solite foto. Ma la mia bellissima e amatissima reflex mi sta abbandonando e non c'è più niente che io possa fare. (aka non ero io che facevo belle foto prima, era lei). 

6 commenti:

  1. Oddio sto impazzendo!!!
    Che figata!!! Tu non lo sai (non lo puoi sapere ovviamente) ma il Giappone è il mio dream trip da sempre. Invidia! Tanta (sana) invidia!!!
    Ho divorato il tuo post e se andassi, anzi, QUANDO CI ANDRO', spero di poter vedere tantissimo anche se il tempo a disposizione sarà sicuramente troppo poco.
    Mi toccherà aspettare ancora un pò però, i bimbi sono ancora piccoli e non ho chi li terrebbe per tanti giorni.
    Grazie per averlo condiviso, ho potuto assaporare da remoto un pezzetto nipponico.
    P.s. il traffico qui a PD è sicuramente peggio di Tokyo! :/

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    1. Spero proprio di riuscire a tornarci anch'io e di fare un pò di più! un abbraccio, vado a ributtarmi nel traffico padovano per il mio pomeriggio da madre tassista ;)

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  2. E non dovresti essere una guida? Sei stata molto precisa e dettagliata...praticamente come se fossi stata la...mentre invece so che non ci andrò forse mai!!!! ;-((((((((((((((((((((

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    1. in effetti come sempre il dono della sintesi sarà per un'altra volta!! Un abbraccio (mai dire mai!)

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  3. Fantastico!!!! Ho assaporato il tuo post e le tue foto, mi ci sono persa dentro, camminando per la città con l'immaginazione, guidata dalle tue parole...che meraviglia di viaggio! 5 giorni intensissimi che hai descritto bene, perché si respira la tua curiosità e meraviglia.

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  4. Ho vissuto tre anni a Tokyo e leggere questo post con queste foto è stato più che riviverla, è stato come sentire parlare da una altra donna di un mio grandissimo amante di cui sono ancora profondamente innamorata ed estremamente gelosa. Mi sa che è ora di ritornarci.

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