A proposito di Torino in questo periodo a Palazzo Madama c'è una retrospettiva di Eve Arnold, fotografa famosa per aver immortalato molti divi e personaggi importanti come Marilyn Monroe, Marlene Dietrich, Malcolm X. Ma ci sono anche l'India e i volti velati delle donne arabe.
E' brava, e si sa. Le sue sono foto quasi tutte in bianco e nero come piacciono a me, ritratti distratti, poco costruiti e che immortalano un momento che proprio così non sarà più. Come dovrebbe essere sempre quando si fa il ritratto di qualcuno. Uno sguardo, una smorfia, una boccata di fumo che mai più sarà la stessa.
E poi ci sono queste foto che fanno parte di una serie intitolata: "I primi 5 minuti di un neonato" (1959) in cui Eve Arnold cominciò a fotografare i primi attimi della vita dei bambini che venivano al mondo in un ospedale di Long Island.
Quei primi cinque minuti in cui il neonato viene trascinato in un mondo a lui alieno e diventa altro dalla madre.
"Avevo da poco perso un bambino ed ero entrata in depressione. Così ho scelto di fotografare le nascite come catarsi. Può sembrare una follia risalire alla fonte del dolore ma in realtà mi appagava."
Urca, che donna coraggiosa, oltre che eccezionale fotografa!! Bacio cara!!
RispondiEliminaBellissime! Io adoro le mostre fotografiche e soprattutto le foto in bianco e nero. Mi è venuto in mente un fotografo che ho visto a Parigi e che mi è piaciuto un sacco, André Kertész, se ti dovesse capitare l'occasione di vederlo, te lo consiglio.
RispondiEliminapiace molto anche a me!
Eliminaps: (La prima foto è stupenda)
RispondiEliminache spettacolo!!!!! Ci sono alcune foto emozionanti anche a vederle così... figuriamoci dal vivo
RispondiEliminaDietro ogni foto, c'è una storia e questo le rende speciali. Non e' mica facile fotografare una fotografia? E tu sei bravissima!
RispondiEliminagrazie!
EliminaLe ultime foto sarebbero perfette il il nostro contest parto da qui :-)))
RispondiEliminaè vero!
Eliminati andrebbe di mandarmele via email così le pubblico sulla nostra pagina!!
EliminaInteressante la teoria di risalire al,proprio dolore...ne parlavo proprio ieri con alcune persone. È possibile che il dolore ti tenga bloccato.già...
RispondiEliminacredo anch'io che ci sia una sorta di blocco invisibile e potente.
EliminaAdoro le mostre fotografieche e le foto in bianche e nero hanno un qualcosa di magico. La prima fotografia è stupenda!
RispondiEliminaè una delle mie preferite di sempre!
Eliminadevo assolutamente andarci...è pure vicino!!!
RispondiEliminaEro a Torino e ci volevo entrare, a questa mostra... Però il tempo era poco, le persone da incontrare tante, e la treenne al seguito noiosa...
RispondiEliminaGrazie di questo assaggio, dunque, che mi ripaga un po'...
Sai, la serie dei neonati è interessante perché, a parte l'ultima immagine delle due mani che si stringono, trovo esprima moltissima brutalità e dolore, distacco e un senso di perdita e lontananza, la stessa che ha vissuto la fotografa in quel periodo. Non c'è traccia di dolcezza né tenerezza, in queste foto. Coi suoi scatti è riuscita a cogliere il senso di separazione della nascita e di allontanamento prima che la mamma possa stringere di nuovo a sé il bambino.
RispondiEliminaComunque mi hai dato uno spunto bellissimo per andare a Torino, magari con la mia bimba più grande che, come me, è appassionata di fotografia. Ciao Cecilia
brava. sei proprio riuscita a tradurre in parole quello che quelle immagini trasmettono. La foto in cui si intravedono i piedi del neonato e una madre lontana che lo guarda dal letto del parto è la mia preferita e credo anche la più evocativa di quel senso di distacco, che è tanto del bambino quanto della madre.
EliminaBellissima.
RispondiEliminaE bellissimo il commento di Mentre Dormono.
La citazione è brutale e bellissima, come le foto che ritraggono la nascita.
RispondiEliminaNon mi meraviglia la sensazione di stupore e frustrazione che trasmettono.